Introduzione
Si tratta di due quartieri distinti amministrativamente anche se entrambi confluiti nella V Municipalità, ma si è scelto di trattarli insieme perché tra l’altro condividono l’impostazione urbanistica e il tessuto urbano che è stato per così dire concepito a tavolino in maniera unitaria anche se è stato poi realizzato in un arco di tempo abbastanza lungo che va dal 1885 al secondo dopoguerra.
Cenni storici
In epoca romana vi era stato qualche limitato insediamento lungo la via che da Napoli conduceva a Pozzuoli e alla zona Flegrea prima che fossero scavate le attuali gallerie tra Mergellina e Fuorigrotta: il principale di questi antichi insediamenti era il villaggio di Antignano ancora presente anche nella toponomastica e in alcune testimonianze ancora visibili.
Nel ‘300 vi fu poi la fondazione del primo nucleo della Certosa di San Martino nonché del castello Belforte, primo nucleo di quello che sarà il Castel Sant’Elmo.
Durante la peste del 1656 molti esponenti della nobiltà e del clero si rifugiarono in collina e da quel periodo incominciò a diffondersi l’abitudine presso il ceto aristocratico di stabilirvi una seconda residenza per la villeggiatura: tale uso si consolidò nel 700 grazie soprattutto alla realizzazione della via Infrascata (attuale Salvator Rosa- Conte della Cerra).
Lungo quest’arco di tempo altri borghi rurali si erano aggiunti a quello di Antignano e cioè quello oggi denominato Vomero Vecchio (per distinguerlo dal Nuovo Rione Vomero), l’Arenella e il villaggio 2 Porte.
La svolta per la nascita del primo nucleo riconoscibile del Vomero si ha tra gli anni 1885 e 1889, quando la Banca Tiberina concluse un accordo con il Comune di Napoli per realizzare un nuovo rione sulla collina, parallelamente alle iniziative avviate per lo sventramento del centro storico (Risanamento) a seguito del colera del 1884 .
Il rione fu di fatto inaugurato nel 1889 e comprendeva Piazza Vanvitelli, via Morghen e via Scarlatti, che nascono quindi con una tipologia architettonica uniforme schematizzabile come neo-rinascimentale o umbertina sull’esempio di analoghi nuovi quartieri realizzati nelle principali città dell’Italia post-unitaria (vedi Esquilino a Roma, ecc.); detto stile caratterizzò anche altre espansioni urbanistiche sul territorio cittadino almeno fino agli anni 30.
Parallelamente si sviluppano i trasporti con l’apertura delle Funicolari di Montesanto e Chiaia prima di fine secolo e della Funicolare centrale nel 1928.
Per l’attuale Arenella, che pure era inclusa nel progetto del 1886, la realizzazione effettiva venne avviata solo nel secondo dopoguerra con la realizzazione del primo nucleo di piazza Medaglie d’oro sull’esempio dello schema parigino di piazza centrale con strade afferenti a raggiera.
Considerazioni architettoniche
Gli esiti più originali del liberty vomerese li troviamo nella zona attorno alla Floridiana, attorno a San Martino e su Via Palizzi, via L.Sanfelice e via Toma e in parte anche via Aniello Falcone.
Pur con i distinguo evidenziati il nucleo del Vomero presenta una buon uniformità stilistica solo in parte intaccata dalle costruzioni successive , ed è anche caratterizzato dalla presenza di alberi (di solito platani) che ne ornano le principali vie alla maniera dei boulevards parigini.
L’Arenella si uniforma a tale stile nelle parti adiacenti al Vomero propriamente detto e cioè nelle vie Giacinto Gigante, viale Michelangelo, via Tino di Camaino e piazza Medaglie d’oro.
L’edilizia del secondo dopoguerra a carattere speculativo non presenta attrattive di sorta e si è sviluppata lungo l’asse di via Cilea (nell’ambito del Vomero) nonché (per la parte Arenella) nel cosiddetto Rione Alto adiacente alla zona ospedaliera comprendente il Cardarelli, il Secondo Policlinico Universitario, il Cotugno, il Monaldi e il Pascale: una serie di strutture ivi localizzate a partire dagli anni 30 in considerazione della salubrità del sito.
Come documentazione relativa al quartiere in generale, alle singole piazze e strade e ai singoli fabbricati sono state utilizzate le seguenti fonti bibliografiche, citate laddove sono riportati brani da esse tratti con le abbreviazioni appresso indicate;
I palazzi di Napoli di Aurelio De Rose ed. Newton & Compton Editori (abbreviato in ADR);
Il floreale a Napoli di Renato De Fusco Edizioni Scientifiche Italiane (abbreviato in RDF);
Le ville di Napoli di Yvonne Carbonaro e Luigi Cosenza Newton & Compton Editori (abbreviato in YCLC);
Vomero Storia e storie e Le strade del Vomero di Antonio La Gala editi da Guida (abbreviati in ALG);
il Vomero di Giancarlo Alisio ed. Electa Napoli (abbreviato in GA);
Napoli Guida e dintorni – Itinerari di architettura moderna a cura di Sergio Stenti con Vito Cappiello, Clean Edizioni (abbreviato in NG)
Atmosfera/Vocazione
Da quanto sopra la vocazione del quartiere Vomero nasce come residenziale per un ceto professionale medio – alto e tale è rimasta nell’arco del tempo fino ad oggi anche se ad essa si è affiancata una spiccata vocazione commerciale ed una capacità attrattiva come meta per il tempo libero: al Vomero si viene per fare shopping nell’area pedonale Scarlatti – Giordano o al mercatino di Antignano e si viene per passare la serata nelle numerose pizzerie e pub o nei cinema ( che però sono notevolmente diminuiti rispetto agli anni ‘60 e ’70) o nei locali dove si fa buona musica o al teatro Diana di grande tradizione.
In questo una vera rivoluzione è avvenuta con l’apertura della linea 1 della Metropolitana di Napoli che ha efficacemente completato i collegamenti del Vomero col centro convogliando soprattutto nelle sere prefestive una a volte rumorosa movida proveniente anche da quartieri periferici.
L’Arenella che risente di un’edilizia più intensiva e di una localizzazione meno amena, ad esclusione delle vie di collegamento col rione Alto (Domenico Fontana e in parte Bernardo Cavallino) e dell’asse piazza Immacolata – piazza Leonardo di caratteristiche più pregevoli e a tratti anche panoramiche, ha caratteristiche più spiccatamente residenziali e meno mondane.
Mete turistiche classiche
Un turista anche frettoloso non può esimersi dal visitare la zona di San Martino che rappresenta la cima della collina dove oltre al piazzale panoramico sul centro storico si trovano due mete d’eccezione:
- il complesso della Certosa di San Martino comprendente la più bella chiesa e ricca d’arte tra le chiese barocche di Napoli, complesso conventuale con lo splendido Chiostro dell’Angelo del Fanzago, il belvedere e giardino annesso che è forse il più bel punto panoramico della città, il Museo di San Martino con varie interessanti sezioni dedicate alla storia e all’arte napoletana compresa una splendida raccolta presepiale.
- Il Castel Sant’Elmo che ospita mostre temporanee e spettacoli ma che comunque è da vedere come esempio di cittadella fortificata e per gli spalti di forma stellare che offrono una vista a 360° su città e dintorni.
Aree pedonali:
Zona Giordano – Scarlatti
Funicolare centrale: Stazione piazza Fuga
Funicolare di Chiaia: Stazione via Cimarosa
Funicolare di Montesanto : Stazione via Morghen
Antignano alimentare
Antignano abbigliamento
Pedamentina di San Martino
Salita Cacciottoli
Calata San Francesco
Petraio
Salita 2 Porte
Villa Floridiana
Parco Mascagna