via santa Teresa degli Scalzi
Fino alla metà del Cinquecento una strada corrispondente all’attuale via Santa Teresa non esisteva: vedi stralcio della veduta Lafréry del 1566.
Nel Seicento venne realizzato un percorso diretto a nord che partendo dal largo delle Pigne in corrispondenza del palazzo dei Regi Studi saliva prima sulla collina di Materdei per poi ridiscendere verso il vallone della Sanità e di qui risalire verso il complesso di san Gennaro extramoenia, l’accesso alle antiche catacombe. Vedi stralcio della veduta Baratta 1627.
Questo percorso fu aperto nel 1603 dagli stessi Padri Carmelitani di Santa Teresa per collegare il Museo all’Imbrecciata della Sanità prima ancora di realizzare il loro complesso religioso e prima di realizzare le case redditizie su ambo i versanti della futura strada. Alle spese per tale realizzazione furono chiamati a partecipare tutti i proprietari dei suoli afferenti nonché l’autorità vicereale.
La nuova strada viene meglio precisata dalla carta Carafa del 1775 (vedi stralcio appresso) dove il primo tratto 346 è denominato “strada che porta a santa Teresa” e il tratto successivo 543 “strada per cui si ascende il colle di Mater Dei”: entrambi i tratti sono indicati dalla simbologia della carta Carafa come molto acclivi.
Tra il 1738 e il 1765 viene costruito il palazzo di Capodimonte per volere del re Carlo di Borbone che intendeva utilizzarlo come stabile sede museale per la ricchissima collezione Farnese ereditata dalla sua dinastia di Parma.
La situazione cambia in epoca napoleonica con il regno di Giuseppe Bonaparte prima (1806-1808) e poi di Gioacchino Murat (1808-1814) che fecero di Capodimonte la loro residenza reale.
A questo punto la viabilità per raggiungere la reggia si rivelò inadeguata: infatti l’accesso a Capodimonte dal centro di Napoli era assicurato dalla sola Salita di Capodimonte, una strada molto acclive non percorribile dalle carrozze, che esiste tuttora e si diparte da via dei Cristallini.
Tale tracciato è rappresentato nello stralcio appresso riportato della carta del Touring, dove si vede che una parte del percorso consiste addirittura in una gradinata.
Si decise pertanto di costruire una nuova strada di facile percorribilità che migliorasse il primo tratto in severa salita ed evitasse l’altrettanto acclive discesa verso la Sanità: questo comportò grossi sbancamenti nel primo tratto e nel secondo tratto la costruzione di un ponte a più arcate per scavalcare il vallone della sanità, il tutto con la necessità di adeguamenti della viabilità e del tessuto urbano esistente.
La nuova strada realizzata tra il 1807 e il 1810 si chiamò all’epoca corso Napoleone e ora si chiama via santa Teresa degli Scalzi il primo tratto fino all’emiciclo e corso Amedeo di Savoia il secondo tratto (in epoca borbonica via Nuova Capodimonte).
Dato che nel primo tratto il piano stradale fu notevolmente abbassato per ridurre la pendenza, si resero necessari degli interventi impegnativi sui fabbricati esistenti sulla destra: per assicurare l’accesso alla chiesa di Santa Teresa fu realizzata una scalinata a doppia rampa, per l’accesso al palazzo Albertini di Cimitile fu realizzato un basamento con una cassa scala incorporata e tra i due complessi venne realizzato un fabbricato basso per riempire il vuoto.
Nel secondo tratto la discesa Sanità venne interrotta in prossimità della confluenza con il nuovo tracciato e la relativa sede stradale incorporata nel complesso della Purità degli Orefici.
In tutto il tratto in sinistra di via Santa Teresa i fabbricati preesistenti si vennero a trovare in posizione sopraelevata e arretrata rispetto alla nuova sede stradale per cui vennero realizzati davanti ad essi dei nuovi fabbricati bassi per rispettare il nuovo allineamento stradale e sostenere in qualche caso i vecchi fabbricati. Questo è il caso della Purità degli Orefici (ora delle Maestre Pie dei Filippini), di palazzo Schipani, di Palazzo Zezza in salita san Raffaele e del palazzo Laviano realizzato davanti alla chiesa di Sant’Agostino degli Scalzi: lo stesso vico sant’Agostino degli Scalzi venne raccordato con una gradinata alla nuova strada. Vedi Galleria apresso riportata.
Nella seconda parte di corso Napoleone l’immissione di via Fonseca venne modificata con dei gradini, il palazzo De Majo venne decurtato della maggior parte del suo cortile intercettato dalla nuova strada e soprattutto il monastero di Santa Maria della Sanità venne decurtato del chiostro grande e di parte del chiostro ellittico occupato da un’arcata del ponte.
Napoli Atlante della città storica – Stella, Vergini, Sanità di Italo Ferraro , Napoli 2007