Introduzione
Attraverso prammatica sanzione emanata il 6 gennaio 1779, re Ferdinando IV ordinò che si ripartisse la città di Napoli in 12 quartieri per poter stabilire e far risiedere in ognuno di essi un giudice della Gran Corte Criminale, allo scopo di favorire la pubblica sicurezza dei cittadini.
I 12 quartieri della divisione della città del 1779 subirono delle modifiche successive riportate nella carta del 1828 dell’Ufficio Topografico della Guerra (appresso riportata). Da essa si vede che il quartiere Stella, evidenziato col numero 11, confina a SO col quartiere Avvocata, a NE con San Carlo all’Arena e a SE con San Lorenzo.
Il quartiere Stella è oggi così delimitato:
• a nord dal Tondo di Capodimonte , dai gradini Capodimonte
• a ovest da salita dello Scudillo, via Fontanelle, calata Fontanelle, vico Medici
• a sud da vico S.Agostino degli Scalzi, piazza Museo Nazionale, piazza Cavour
• a est da via Crocelle, via Vergini,via Cristallini
La planimetria attuale del quartiere è riportato in questo stralcio della carta di Napoli del Touring Club.
Cenni storici
In età greco-romana la zona (prevalentemente il vallone della Sanità) era utilizzata solamente come luogo di sepoltura.
Già in epoca ellenica vengono scavate nel tufo camere sepolcrali e ipogei, aumentando di numero ed estensione soprattutto con l’avvento del cristianesimo, quando tra il II e il V secolo d.C. nascono vastissimi complessi catacombali come quello di San Gennaro e San Gaudioso.
Con la fine della dominazione romana c’è un relativo stop alla costruzione di sepolcri e la zona viene considerata extra moenia, cioè fuori dalla cinta muraria.
L’urbanizzazione del quartiere comincia nel Cinquecento, quando dopo la costruzione della Porta di Costantinopoli e in seguito della chiesa di Santa Maria della Stella, fu preso in considerazione il colle che si innalzava dal cosiddetto largo delle pigne, l’odierna piazza Cavour, che anticamente era un raccoglitore di acque piovane (le famigerate lave) che discendevano dai pendii del colle della Stella e che provenivano anche dal vallone della Sanità.
Anche nel Seicento e nel Settecento continua a svilupparsi urbanisticamente il borgo dei Vergini, la parte terminale del vallone della Sanità, per la salubrità del luogo (di qui il toponimo Sanità con cui d’ora in poi si indica il vallone) e vengono costruiti imponenti palazzi nobiliari, e chiese come la seicentesca Santa Maria della Sanità.
Nel Seicento riprende anche l’attività sepolcrale della zona: dopo l’epidemia di peste del 1656 le grandi cave di tufo delle Fontanelle, la parte più interna del vallone, furono utilizzate come grande cimitero. Vi saranno aggiunte in seguito ossa provenienti dalle terresante delle chiese in epoca murattiana e corpi di vittime di altre epidemie, come il colera del 1836.
Il boom edilizio extra moenia cominciò nel 1718 con un editto del viceré austriaco Wirich Philipp von Daun che permise la libera edificazione al di fuori delle mura, eliminando inoltre ogni forma di privilegio nel campo edilizio di cui fino a quel momento aveva goduto il clero e in qualche misura la nobiltà. L’edificazione di nuovi fabbricati viene favorita dalla presenza in zona di numerosissime cave di tufo (oltre un centinaio) che era il materiale largamente utilizzato per le costruzioni.
Agli inizi dell’Ottocento il quartiere viene modificato da un importante intervento voluto dal nuovo Re di Napoli Gioacchino Murat: per raggiungere la Reggia di Capodimonte, divenuta residenza del nuovo sovrano, nel 1809 fu creato un asse viario rettilineo che saliva la ripida collina di Santa Teresa e che sormontava il vallone della Sanità mediante un ponte, il famoso ponte della Sanità, emblema del quartiere.
L’asse viario fu chiamato corso Napoleone in onore di Napoleone Bonaparte (oggi si chiama via Santa Teresa degli Scalzi il primo tratto, corso Amedeo di Savoia il secondo) e la sua costruzione comportò un poderoso sbancamento di terreno per diminuire la ripidità della salita e un conseguente abbassamento di livello della sede stradale nel primo tratto in prossimità del Museo Nazionale.
Mete turistiche
Poi c’è la casa di Totò in via Santa Maria Antesaecula, il museo dello scultore Iago in S.Aspreno ai Crociferi e nella chiesa di San Severo, l’Acquedotto Augusteo in via Arena della Sanità e l’Ipogeo greco dei Cristallini. Infine vi sono le catacombe di San Gaudioso, le catacombe di San Gennaro e il cimitero delle Fontanelle.
Vocazione
Negli ultimi anni sta affermandosi una importante vocazione turistica per l’area Vergini – Sanità, grazie ad alcune cooperative giovanili che organizzano e gestiscono le visite a questi monumenti creando posti di lavoro e orgoglio di appartenenza in un’area cittadina che in passato è stata tristemente conosciuta in quanto preda della malavita organizzata.
Il quartiere è servito dalle linee 1 e 2 della Metropolitana entrambe con fermata in piazza Cavour.
In via Vergini c’è tutti i giorni un variopinto mercatino alimentare e di genere vario.
Estendendosi su un colle e lungo un vallone il quartiere è collegato da alcune scalinate al rione Materdei e da altri itinerari misti alla collina di Capodimonte. Inoltre vi è un ascensore pubblico che collega la piazza della Sanità al ponte della Sanità in corrispondenza di corso Amedeo di Savoia.