vico Cinquesanti
E’ la continuazione verso nord del cardine di San Gregorio Armeno.
L’antica Neapolis aveva uno schema reticolare, mutuato dal grande architetto e urbanista Ippodamo di Mileto vissuto nel V secolo a.C., che si articola in Decumani (in greco Plateiai) orientati in direzione est –ovest e Cardini (in greco Stenopoi) orientati nord-sud.
Il cardine di S.G.A. comprende verso sud solo il vico Figurari, mentre verso nord lo schema sembra interrompersi in quanto condizionato dallo slargo dell’agorà – Foro (oggi piazza San Gaetano) e poi dal Tempio dei Dioscuri (oggi San Paolo Maggiore) e ancora in epoca romana dall’area dei teatri.
In realtà il cardine continua verso nord se pur disallineato di pochi metri verso est per rispettare l’ingombro del tempio dei Dioscuri: tale continuazione include vico Cinquesanti e vico Limoncello.
Vedi stralcio della carta Carafa 1775 appresso riportato.
Il nome Cinquesanti deriva dal fatto che nelle case di questa via hanno abitato cinque tra santi e beati tutti appartenenti all’ordine dei Teatini, la cui casa madre era l’attigua chiesa di San Paolo Maggiore: Gaetano Thiene, Andrea d’Avellino, Paolo Burali d’Arezzo, Giovanni Marinoni e Giacomo Torno (notizie tratte da Le strade di Napoli di Gino Doria Napoli 1948).
La deviazione verso destra del vicolo nella parte nord è dovuta alla presenza dei resti dell’anfiteatro romano scoperto a cui il tessuto urbano si è dovuto adattare. Questo è il motivo per cui in origine la strada pare si sia chiamata vicus Theatri.