via Santa Maria di Costantinopoli
La via prende il nome dalla chiesa di Santa Maria di Costantinopoli completata nel 1608 sul sito di una precedente cappella realizzata nel 1529 per il culto di una immagine miracolosa della Madonna.
La strada nasce nel Cinquecento a seguito della realizzazione della nuova cinta muraria voluta dal viceré don Pedro di Toledo e completata nel 1551: vedi Veduta Lafréry del 1568 appresso riportata.
Prima di tale realizzazione l’area dell’attuale strada era posta storicamente fuori le mura come attesta la planimetria appresso riportata che indica il tracciato delle mura greche del IV e VI secolo.
Fino all’XI secolo la zona di via Costantinopoli resta fuori le mura come attesta la planimetria del Capasso appresso riportata che indica il tracciato delle mura Ducali. Tale tracciato non subì modifiche sostanziali nell’area che ci interessa neppure con le murazioni angioina e aragonese.
Le aree pregiate rese disponibili dallo spostamento delle mura furono utilizzate innanzitutto per l’insediamento di nuovi complessi religiosi o per l’ampliamento di complessi religiosi esistenti: in entrambi i casi si trattava di monasteri femminili.
Fu pertanto ampliato il primo nucleo della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e vi fu aggiunto un Conservatorio per giovani fanciulle gestito da monache Oblate, fu ampliato il primo nucleo di Santa Maria della Sapienza ad opera delle suore Domenicane.
Furono poi creati nuovi complessi religiosi di Sant’Antoniello da parte di suore Francescane, e di San Giovanniello da parte di suore Domenicane.
Da ricordare che in prossimità del nuovo asse viario erano presenti anche i complessi di San Sebastiano con le suore Domenicane, di San Pietro a Maiella con monaci Celestini e di Sant’Andrea delle Dame con suore Agostiniane.
Inoltre la nuova murazione toledana aveva reso disponibile alla urbanizzazione un’area molto pregiata che si prestava bene alla realizzazione di case palaziate molto ariose e monumentali, cosa che non era più possibile nel centro antico ormai saturo e dove comunque la angustia delle strade non consentiva impianti monumentali e prospettive ampie.
Si può quindi affermare che la nuova strada nasce prima di tutto come strada conventuale e in seconda battuta come strada residenziale altolocata.
Sia per i complessi religiosi che per gli insediamenti civili l’abbandono delle vecchie mura sul lato est e delle relative fasce di rispetto rese possibile la destinazione a giardino di ampie aree; lo stesso effetto si verificò sulla cortina edificata ad ovest dove si poterono adibire a giardino le fasce di rispetto della nuova murazione.
Tutta questa nuova realtà è evidenziata dallo stralcio della carta Carafa del 1774 appresso riportato nel quale sono stati evidenziati in rosso gli insediamenti religiosi e in giallo quelli civili e sono riconoscibili anche gli spazi verdi.
La nuova realtà urbana di via Costantinopoli è ben rappresentata anche dal dipinto settecentesco di Antonio Joli appresso riportato da cui si vede anche la nuova porta di Costantinopoli che costituiva l’accesso scenografico alla nuova strada.