via Enrico Pessina
Via Pessina era originariamente chiamata Salita Fosse del Grano in quanto tutta l’area attualmente compresa tra essa e via Costantinopoli era stata dalla fine del Cinquecento alla fine dell’Ottocento occupata dalle Fosse del Grano oltre che dalla murazione voluta da don Pedro di Toledo, murazione che venne gradualmente demolita nel corso dei secoli.
Tra la fine del ‘500 e inizio ‘600 le Fosse del Grano erano state costruite a ridosso delle mura toledane e fin quasi all’altezza di Port’Alba per costituire il deposito granario della città. Si chiamano “fosse” perché probabilmente in prima fase si sfruttarono delle cavità naturali mentre in un secondo momento si trasformarono in veri e propri magazzini in elevazione.
Esse furono realizzate a ridosso delle mura e non all’interno per la cronica carenza di spazio urbano e d’altra parte per la possibilità di difenderle comunque con i cannoni dalle mura.
L’ubicazione delle Fosse è indicata nella carta Carafa (1775) ed anzi la parte nord della attuale piazza Dante veniva denominata piazza della Conservazione dei Grani pubblici. Vedi stralcio carta Carafa appresso riportato.
Nel 1860 il Sindaco Colonna aveva bandito un concorso pubblico per il riordino della “Contrada Fosse del Grano”, a seguito del quale venne eseguito il progetto Breglia – De Novellis comprendente anche la realizzazione della Galleria Principe di Napoli e la demolizione della parte residua delle mura toledane.
Nell’ambito di tale progetto vennero realizzati, tra il 1864 e il 1880 circa, cinque nuovi isolati a carattere prevalentemente residenziale prospicienti via Pessina, separati dalle nuove strade via Bellini, via Doria, via Conte di Ruvo, via Spadaro e via Broggia. Gli edifici corrispondenti ai primi quattro isolati presentano la facciata principale su via Pessina e quella postica su via Bellini che costituisce l’asse centrale del nuovo rione.
Il quinto isolato, doppio rispetto agli altri quattro comprendeva la suddetta nuova Galleria Principe di Napoli, la chiesa preesistente di Santa Maria di Costantinopoli con annesso monastero e un unico lungo edificio per civili abitazioni sul fronte di via Broggia.
Sul lato ovest di via Pessina venne realizzata una cortina di edifici di modesto spessore (cosiddetti edifici – crosta) per dare uniformità architettonica a quel lato della strada rispetto al lato est costituito di edifici di nuova costruzione. Tale cortina venne addossata al muraglione che reggeva la rampa di San Potito e conclusa con un edificio- scala in corrispondenza e al di sotto del sagrato della chiesa omonima: vedi foto appresso riportata.
La nuova situazione urbana dell’area sopra descritta è ben rappresentata dalla pianta Schiavoni del 1880 di cui appresso si riporta uno stralcio: in essa l’attuale via Pessina era denominata via Museo Nazionale e proseguiva con lo stesso nome anche nello slargo prospiciente il museo.