Ospedale degli Incurabili e chiesa di Santa Maria del Popolo, via Armanni 21
Cenni storici e architettonici:
La costruzione dell’ospedale e della chiesa iniziò nel 1519 su impulso di una nobildonna catalana Maria Longo, venuta a Napoli al seguito di Ferdinando il Cattolico,e di un notaio genovese Ettore Vernazza che aveva promosso la fondazione di ospedali simili a Genova, Bologna e Roma.
L’Ospedale venne inaugurato nel 1521 e dedicato alla cura gratuita dei cosiddetti Incurabili, cioè gli ammalati di sifilide e di cancro e i malati di mente.
Nel corso del secolo l’ospedale si ingrandì sempre su impulso di Maria Longo grazie alle donazioni e all’acquisizione di suoli confinanti ed estese anche le sue competenze mediche ad altre malattie nonché principalmente all’assistenza delle partorienti.
Il nome di Santa Maria del Popolo degli Incurabili era quello della Confraternita, di cui facevano parte oltre la stessa Maria Longo sia napoletani che catalani, che gestiva l’Ospedale ed era rappresentante presso la Santa Sede degli interessi dell’ospedale e della chiesa che si trovava nel suo perimetro.
Inizialmente la compagnia di riferimento per l’Ospedale era stata la Congregazione dei Bianchi di Giustizia rifondata dallo stesso Vernazza, che ebbe poi come sede agli Incurabili l’Oratorio di Santa Maria Succurre Miseris: tale congregazione che aveva come missione l’assistenza spirituale e materiale dei condannati a morte era anche autorizzata a girare per la città per fare la questua in favore dell’Ospedale.
Il complesso era dotato anche del cosiddetto “giardino dei semplici “ dove venivano coltivate le piante officinali da utilizzare in campo farmacologico.
Dopo la fase iniziale l’Ospedale veniva retto da un consiglio di sei Governatori: un patrizio napoletano per la nobiltà del Regno, un Cavaliere di Piazza per i nobili cittadini, un Regio Consigliere di S. Chiara o un Presidente della Sommaria per la nobiltà spagnola, un avvocato napoletano a rappresentare il ceto forense, uno dei Primari Negozianti napoletani a rappresentanza della borghesia mercantile, uno dei Negozianti Stranieri in nome degli stranieri.
Nel 1589 venne fondato anche il Banco di Santa Maria del Popolo sempre con finalità assistenziali, banco che ebbe sede inizialmente nei locali sotto lo scalone principale dell’ospedale e poi fu trasferito nell’edificio in via San Gregorio Armeno di fronte alla chiesa di San Lorenzo.
Alla metà del Seicento venne ampliata la chiesa e tra il 1688 e il 1692 venne realizzato l’altare maggiore da parte di Dionisio Lazzari.
Nel Settecento sempre nel cortile principale fu realizzata la famosa Farmacia Storica ristrutturando gli spazi cinquecenteschi, su progetto di Domenico Antonio Vaccaro col quale collaborò Bartolomeo Vecchione, farmacia che contiene 480 vasi originali in ceramica della bottega di Donato Massa.
Agli inizi dell’Ottocento l’Ospedale assorbì anche il soppresso monastero di Santa Maria delle Grazie.
Nel 1810 sotto il regno di Gioacchino Murat sempre nell’ambito dell’Ospedale fu fondato il Collegio Medico Cerusico, una vera e propria facoltà di Medicina, istituzione che fu confermata dopo la restaurazione borbonica e fu invece abolita dal Regno di Italia. La sede del Collegio dopo una fase iniziale fu trasferita nel monastero di San Gaudioso.
Tutto il complesso degli Incurabili si sviluppa intorno ad un grande cortile con accesso sia via Armanni che da via Maria Longo, quasi una piazza chiusa.
Sul lato sud c’è l’ingresso da via Armanni e la chiesa di Santa Maria del Popolo (vedi foto) che è da molto tempo inagibile.
Sul lato nord c’è l’accesso da via Maria Longo e l’Oratorio dei Bianchi Santa Maria Succurre Miseris.
Sul lato ovest c’è lo scalone e il corpo principale dell’Ospedale.
Sul lato est c’è la Farmacia Storica con la sua scala a tenaglia.
L’accesso alla Farmacia è preceduto da un portico.
Segue un’immagine interna della Farmacia che da pochi anni è di nuovo visitabile tramite il Museo delle Arti Sanitarie istituito all’interno dell’Ospedale.
Da Napoli Atlante della città storica – Centro antico di Italo Ferraro Napoli 2002.
Da Guida Sacra della città di Napoli di Gennaro Aspreno Galante Napoli 1872