Fosse del Grano
Oggi non esistono più ma fanno parte storia del Mercatello e quindi ci sembra giusto includerle nella trattazione di piazza Dante.
Epoca di costruzione: fine ‘500 – inizio ‘600.
Tra la fine del ‘500 e inizio ‘600 le Fosse del Grano furono costruite a ridosso delle mura toledane e fin quasi all’altezza di port’Alba per costituire il deposito granario della città. Si chiamano “fosse” perché probabilmente in prima fase si sfruttarono delle cavità naturali mentre in un secondo momento si trasformarono in veri e propri magazzini in elevazione.
Vedi veduta Baratta del 1627 e veduta di Cassiano da Silva del 1685 appresso riportate.
la veduta di Cassiano da Silva:
Esse furono realizzate a ridosso delle mura e non all’interno per la cronica carenza di spazio urbano e d’altra parte per la possibilità di difenderle comunque con i cannoni dalle mura.
La parte di Fosse al Mercatello costituiva in realtà un ampliamento del primo nucleo che era sorto nello spazio attualmente occupato dalla Galleria Principe di Napoli.
Si riporta appresso la veduta del Settecento del Parrino in cui le Fosse sono riconoscibili.
Anche nella carta Carafa (1775) le Fosse sono indicate ed anzi quella parte della attuale piazza Dante veniva denominata piazza della Conservazione dei Grani pubblici. Vedi stralcio carta Carafa appresso riportato
Le Fosse espletarono la loro funzione fino al 1804 quando venne abolito il monopolio annonario e le stesse furono adibite ad altri usi.
Da Rileggere Napoli Nobilissima di Renato De Fusco ed. Liguori e da Napoli Atlante della città storica – Italo Ferraro Edizioni OIKOS.