piazza Carità
Nel Quattrocento era sede di una porta che convogliava tutti i traffici (di persone e mercanzie) provenienti dai villaggi del Vomero attraverso via Pignasecca e le varie pedamentine e li immetteva nella Corsea.
L’attuale piazza nasce comunque nel Cinquecento in adiacenza a via Toledo ( di cui è coeva) di cui costituisce uno slargo; la sua originaria forma triangolare è dovuta alla presenza della chiesa – monastero e poi Conservatorio di S. Maria della Carità (vedi galleria immagini) che nasce orientata in prosecuzione di via Pignasecca e quindi con un’angolazione rispetto a via Toledo.
Si veda in proposito lo stralcio della veduta Lafréry del 1566 appresso riportato.
Nel ‘600 la piazza diviene sede di un frequentatissimo mercato alimentare.
Lo slargo esisteva all’epoca solo dal lato della chiesa (ovest rispetto a Toledo), mentre sul lato opposto all’epoca occupato dal giardino del convento di Monteoliveto, il muro di cinta di questo (e successivamente i fabbricati che saranno costruiti in adiacenza o in sostituzione dei giardini) era allineato col fronte della palazzata di Toledo.
Si veda la tavola di Francisco Cassiano da Silva del 1680 appresso riportata.
E si veda anche lo stralcio della carta Carafa del 1775 che mostra chiaramente i giardini del convento di Monteoliveto:
Per quanto riguarda il lato est, nel 1811 il governo Murat vi costruisce sui superstiti giardini di Monteoliveto (che erano il primo orto botanico della città) il grande Mercato dei Commestibili , per liberare piazza Carità e la stessa Toledo dal disordinato commercio di generi alimentari; il mercato progettato da Stefano Gasse costituito da un’esedra semicircolare con una grande tettoia metallica compare nelle carte appresso riportate.
Si veda quindi lo stralcio della carta Ufficio Topografico della Guerra (1828) dove il mercato viene denominato piazza Monteoliveto.
Il mercato appare più strutturato nella carta Schiavoni del 1880 appresso riportata:
Siamo alla fine del mercato perché nel 1906 in occasione di una grande eruzione del Vesuvio la tettoia metallica crolla sotto il peso della cenere accumulatasi, uccidendo una decina di persone e negli anni Trenta esso viene completamente demolito in occasione dello sventramento o risanamento del quartiere(vedi appresso) .
La parte est della piazza che è il risultato dello sventramento dell’insula di Monteoliveto e del rione Corsea – san Giuseppe messo in atto per costruire il Rione Carità, comprende oggi il palazzo INA e il palazzo dell’Ente Autonomo Volturno oltre al fabbricato di via Toledo 106.
La parte ovest comprende invece il palazzo Mastellone e il palazzo Trabucco oltre la citata chiesa ed il fabbricato originariamente ad essa annesso, un tempo “Conservatorio” della Carità, poi occupato a fine ‘800 dall’Hotel Universo ed oggi utilizzato dalla Regione Campania.
I Conservatori erano istituzioni benefiche rette da enti religiosi che si occupavano di orfani o di fanciulle povere o di donne “pericolanti” .
da Rileggere Napoli Nobilissima di Renato De Fusco ed.Liguori