Il nome deriva dalla antica parola playa, cioè spiaggia, con cui fino dai tempi antichi veniva designato il litorale occidentale di Napoli: via Chiaia è la via che conduce alla spiaggia. Orograficamente la via nasce come vallone d’impluvio tra le colline di Pizzofalcone (Monte Echia) e delle Mortelle e anche il suo tracciato sinuoso ricorda l’alveo di un torrente.
Si trattava di una zona campestre fuori le mura finché nel 1533 fu inclusa nella cinta muraria da don Pedro di Toledo e munita di una porta, la porta di Chiaia o porta Romana.
Successivamnte dopo il 1592 la strada fu risistemata da Domenico Fontana, architetto che nel 1600 progettò anche il nuovo Palazzo Reale.
La pianta Lafréry che fotografa la situazione della strada al 1566 (vedi galleria) mostra l’imbocco della strada proprio davanti al vecchio palazzo vicereale (n.48), poi sul sito dell’attuale prefettura la chiesa e il convento di S.Spirito e a sinistra di questo una strada parallela a via Chiaia corrispondente in parte all’attuale vico S. Spirito; di fronte alle case che continuano la linea del convento si riconosce prima la salita di S. Anna di Palazzo e più avanti i Gradoni di Chiaia e di fronte a questi una rampa che porta su Pizzofalcone, mentre il ponte non esisteva. Ancora in fondo alla doppia fila di case uno slargo con palazzo Cellamare e poi la strada piega a sinistra per concludersi con la porta Romana (n.9).
La mappa Carafa di Noya del 1775 (vedi galleria) mostra col 447 il ponte di Chiaia e col 482 la porta di Chiaia.
La pianta di San Ferdinando di metà ‘800 (vedi galleria) mostra col n. 39 ancora la rampa di S.Maria degli angeli e col 35 la Strada Nuova Pizzofalcone corrispondente all’attuale piazza Carolina.
Caratteristica dei palazzi di via Chiaia è la disposizione a schiera dovuta alla esiguità dello spazio che viene guadagnato sbancando il pendio delle Mortelle e di Pizzofalcone. Questo è il motivo per cui non tutti i palazzi sono dotati di cortile e per cui si sviluppano in altezza fino al numero di piani consentito dalla tecnica della muratura in tufo, quindi con facciate alte e strette.
Data la vicinanza di via Toledo e dei palazzi del potere e la specializzazione alimentare di S.Anna di Palazzo, la strada assunse una sua connotazione commerciale di alto livello nel campo dell’abbigliamento e dell’arredamento: connotazione che pur tra alti e bassi mantiene tuttora e come si vede dalla galleria anche i cortili e gli androni sono commercialmente sfruttati.
Il ponte di Chiaia fu realizzato nel 1636 per ordine del viceré Zunica y Fonzeca che volle migliorare i collegamenti tra le due colline, collegamenti all’epoca resi difficoltosi dalla presenza di due rampe molto acclivi per scendere e risalire il pendio opposto.
La vocazione commerciale è stata rilanciata negli ultimi anni a seguito della pedonalizzazione della strada decisa nel 1979. (da Rileggere Napoli Nobilissima di Renato De Fusco Liguori Editore)
Si trattava di una zona campestre fuori le mura finché nel 1533 fu inclusa nella cinta muraria da don Pedro di Toledo e munita di una porta, la porta di Chiaia o porta Romana.
Successivamnte dopo il 1592 la strada fu risistemata da Domenico Fontana, architetto che nel 1600 progettò anche il nuovo Palazzo Reale.
La pianta Lafréry che fotografa la situazione della strada al 1566 (vedi galleria) mostra l’imbocco della strada proprio davanti al vecchio palazzo vicereale (n.48), poi sul sito dell’attuale prefettura la chiesa e il convento di S.Spirito e a sinistra di questo una strada parallela a via Chiaia corrispondente in parte all’attuale vico S. Spirito; di fronte alle case che continuano la linea del convento si riconosce prima la salita di S. Anna di Palazzo e più avanti i Gradoni di Chiaia e di fronte a questi una rampa che porta su Pizzofalcone, mentre il ponte non esisteva. Ancora in fondo alla doppia fila di case uno slargo con palazzo Cellamare e poi la strada piega a sinistra per concludersi con la porta Romana (n.9).
La mappa Carafa di Noya del 1775 (vedi galleria) mostra col 447 il ponte di Chiaia e col 482 la porta di Chiaia.
La pianta di San Ferdinando di metà ‘800 (vedi galleria) mostra col n. 39 ancora la rampa di S.Maria degli angeli e col 35 la Strada Nuova Pizzofalcone corrispondente all’attuale piazza Carolina.
Caratteristica dei palazzi di via Chiaia è la disposizione a schiera dovuta alla esiguità dello spazio che viene guadagnato sbancando il pendio delle Mortelle e di Pizzofalcone. Questo è il motivo per cui non tutti i palazzi sono dotati di cortile e per cui si sviluppano in altezza fino al numero di piani consentito dalla tecnica della muratura in tufo, quindi con facciate alte e strette.
Data la vicinanza di via Toledo e dei palazzi del potere e la specializzazione alimentare di S.Anna di Palazzo, la strada assunse una sua connotazione commerciale di alto livello nel campo dell’abbigliamento e dell’arredamento: connotazione che pur tra alti e bassi mantiene tuttora e come si vede dalla galleria anche i cortili e gli androni sono commercialmente sfruttati.
Il ponte di Chiaia fu realizzato nel 1636 per ordine del viceré Zunica y Fonzeca che volle migliorare i collegamenti tra le due colline, collegamenti all’epoca resi difficoltosi dalla presenza di due rampe molto acclivi per scendere e risalire il pendio opposto.
La vocazione commerciale è stata rilanciata negli ultimi anni a seguito della pedonalizzazione della strada decisa nel 1979. (da Rileggere Napoli Nobilissima di Renato De Fusco Liguori Editore)