Palazzo Donn’Anna
Dati storici e caratteristiche architettoniche
Sorto su una massa tufacea al posto della preesistente dimora dei principi Carafa di Stigliano detta “la Sirena”, il palazzo fu edificato in seguito al matrimonio (1637) della principessa Anna con il viceré Ramiro de Guzman duca di Medina de las Torres su progetto e direzione di Cosimo Fanzago.
Il palazzo aveva una pianta ad U con il corpo centrale a mare di profondità più che doppia dei due corpi di fabbrica perpendicolari alla collina e tra le due ali doveva essere realizzato un giardino.
Le tre facciate libere avevano ognuna il motivo dominante di tre archi tra paraste, ripetuto ad ogni piano; esso era fiancheggiato da una teoria di balconi che terminava negli spigoli con logge tagliate a quarantacinque gradi. L’accesso era previsto dal mare con una galleria d’acqua dalla quale mediante scale si saliva ai piani superiori; l’accesso di terra non fu poi eseguito dal Fanzago anche perché, come la pianta del Duca di Noja attesta (vedi galleria immagini), dal lato monte del palazzo non vi era alcuna strada.
Il palazzo è rimasto allo stato di rudere perché i lavori furono sospesi al rientro del Duca di Medina in patria nel 1644 e alla morte di Anna un anno dopo.
Palazzo Donn’Anna è la prima costruzione moderna a Posillipo che si distacca dalla tipologia del castelletto per divenire espressione della eccezionale stagione del barocco; le numerose terrazze e nicchie avrebbero dovuto essere adornate di statue romane di marmo che il duca aveva recuperato presumibilmente dalla villa di Vedio Pollione: esse furono poi distrutte nel 1647 dai rivoltosi di Masaniello che saccheggiarono questo ed altri edifici nobiliari.
La costruzione dopo le devastazioni del 1647 e il terremoto dell”88 cadde per secoli nel più completo abbandono, alimentando leggende sinistre come quella legata alla regina Giovanna.
La proprietà è passata di mano fino a pervenire nel 1711 al Duca di Teora, Carlo Mirelli e in tempi più recenti è stata trasformata in condominio.
La parte più a monte delle due ali fu demolita per la realizzazione di via Posillipo. (da Posillipo di R. de Fusco ed. Electa Napoli e da Le ville di Napoli di Y. Carbonaro e L. Cosenza ed. Newton Compton)
Sorto su una massa tufacea al posto della preesistente dimora dei principi Carafa di Stigliano detta “la Sirena”, il palazzo fu edificato in seguito al matrimonio (1637) della principessa Anna con il viceré Ramiro de Guzman duca di Medina de las Torres su progetto e direzione di Cosimo Fanzago.
Il palazzo aveva una pianta ad U con il corpo centrale a mare di profondità più che doppia dei due corpi di fabbrica perpendicolari alla collina e tra le due ali doveva essere realizzato un giardino.
Le tre facciate libere avevano ognuna il motivo dominante di tre archi tra paraste, ripetuto ad ogni piano; esso era fiancheggiato da una teoria di balconi che terminava negli spigoli con logge tagliate a quarantacinque gradi. L’accesso era previsto dal mare con una galleria d’acqua dalla quale mediante scale si saliva ai piani superiori; l’accesso di terra non fu poi eseguito dal Fanzago anche perché, come la pianta del Duca di Noja attesta (vedi galleria immagini), dal lato monte del palazzo non vi era alcuna strada.
Il palazzo è rimasto allo stato di rudere perché i lavori furono sospesi al rientro del Duca di Medina in patria nel 1644 e alla morte di Anna un anno dopo.
Palazzo Donn’Anna è la prima costruzione moderna a Posillipo che si distacca dalla tipologia del castelletto per divenire espressione della eccezionale stagione del barocco; le numerose terrazze e nicchie avrebbero dovuto essere adornate di statue romane di marmo che il duca aveva recuperato presumibilmente dalla villa di Vedio Pollione: esse furono poi distrutte nel 1647 dai rivoltosi di Masaniello che saccheggiarono questo ed altri edifici nobiliari.
La costruzione dopo le devastazioni del 1647 e il terremoto dell”88 cadde per secoli nel più completo abbandono, alimentando leggende sinistre come quella legata alla regina Giovanna.
La proprietà è passata di mano fino a pervenire nel 1711 al Duca di Teora, Carlo Mirelli e in tempi più recenti è stata trasformata in condominio.
La parte più a monte delle due ali fu demolita per la realizzazione di via Posillipo. (da Posillipo di R. de Fusco ed. Electa Napoli e da Le ville di Napoli di Y. Carbonaro e L. Cosenza ed. Newton Compton)