palazzo Pappacoda, via Mezzocannone 8
Cenni storici e architettonici:
Artusio Pappacoda, consigliere del re Ladislao Durazzo d’Angiò, costruì agli inizi del Quattrocento questo palazzo su un suolo ceduto del monastero di San Giovanni Maggiore.
Il palazzo fu quindi ubicato all’angolo nella parte bassa del gradonato che conduceva alla chiesa e aveva il fronte principale su via Mezzocannone e un lato minore su via Sedile di Porto.
Il palazzo aveva un grande cortile, giardino e fontane ed è riconoscibile sulla carta Marchese del 1804 – 1813 di cui si riporta uno stralcio.
Il palazzo fu poi venduto al conte di Nola Orso Orsini nel 1471.
Nel 1495 la proprietà fu restituita da Carlo VIII re di Francia ai Pappacoda nella persona di Troiano Pappacoda, ma Ferrante II d’Aragona ritornato al potere dopo poco la diede a Fabrizio Colonna.
Nei secoli successivi il palazzo passò a diversi altri proprietari, tra gli ultimi i Piscopo e i Mirra, prima di divenire nell’Ottocento un condominio.
Nell’ambito del progetto per l’allargamento di via Mezzocannone attuato dal Risanamento di Napoli a fine Ottocento il palazzo fu demolito quasi completamente, salvo una dépendance attigua alla chiesa di San Giovanni Maggiore, e non esistono immagini dello stesso salvo una litografia tratta da Napoli Antica Illustrata di D’Ambra datata 1889 che è appresso riportata.
Da essa si riconosce il portale durazzesco e si intravede un profondo cortile e anche dei giardini.
Il portale durazzesco risalente al Quattrocento fu smontato e rimontato in una finta palazzina “medioevale” col paramento murario in bugnato, realizzata appositamente interrompendo il lungo fronte continuo dell’edificio universitario sul lato est di via Mezzocannone.
In chiave al portale vi è lo stemma “parlante” dei Pappacoda in cui è rappresentato un leone rampante che addenta la sua stessa coda e ai lati del portale sono due targhe marmoree: a sinistra lo stemma di Ladislao d’Angiò Durazzo che il Pappacoda aveva apposto sul suo edificio in segno di ossequio per il sovrano e a destra vi è lo stemma di Fabrizio Colonna.
Da questo ingresso si accede ai Musei di mineralogia, zoologia e antropologia dell’Università Federico II, collocati negli spazi dell’ex Casa del Salvatore.
Da Napoli Atlante della città storica – Quartieri bassi e Risanamento di Italo Ferraro Napoli 2002,da Napoli Antica di Vincenzo Regina Roma 2016 e da Palazzi di Napoli di Aurelio De Rose Roma 2001.