palazzo Barbaja
Caratteristiche storiche e artistiche
Il palazzo deve il suo nome al grande impresario teatrale Domenico Barbaja (1777-1841) che lo progettò e ne fece la sua residenza fino alla morte.
Il Barbaja gestì i principali teatri lirici dell’epoca dal San Carlo alla Scala a due Teatri a Vienna e svolse un ruolo fondamentale nella vita e nella carriera di grandi musicisti dell’epoca come Bellini , Donizetti e Rossini. Quest’ultimo risiedette nel palazzo e per un periodo vi fu quasi recluso dal Barbaja stesso per costringerlo a vincere la sua pigrizia e concludere l’opera per la quale si era impegnato.
Il palazzo comprendeva sale teatrali e da concerto e comunicava con alcune grotte scavate direttamente nel costone di tufo retrostante. Queste sono rappresentate nell’acquerello di autore anonimo conservato al Metropolitan Museum di New York dal titolo “Dining room di Barbaja”: vi si vede una sala (forse una grotta), rivestita di paglia per motivi acustici, attigua ad altre grotte ed utilizzata probabilmente dai musicisti ospiti per comporre.
Il palazzo è oggi un normale condominio di sapore ottocentesco che non serba nulla dell’antico splendore né è visitabile al suo interno; l’unica caratteristica che rimanda al tempo che fu sono i loggiati a sesto ribassato del suo cortile interno visibili dalla terrazza dell’attigua chiesa di S. Maria del Parto.
La galleria immagini include anche un estratto dalla pianta del 1878 del Municipio di Napoli che riporta il palazzo stesso.
Il palazzo deve il suo nome al grande impresario teatrale Domenico Barbaja (1777-1841) che lo progettò e ne fece la sua residenza fino alla morte.
Il Barbaja gestì i principali teatri lirici dell’epoca dal San Carlo alla Scala a due Teatri a Vienna e svolse un ruolo fondamentale nella vita e nella carriera di grandi musicisti dell’epoca come Bellini , Donizetti e Rossini. Quest’ultimo risiedette nel palazzo e per un periodo vi fu quasi recluso dal Barbaja stesso per costringerlo a vincere la sua pigrizia e concludere l’opera per la quale si era impegnato.
Il palazzo comprendeva sale teatrali e da concerto e comunicava con alcune grotte scavate direttamente nel costone di tufo retrostante. Queste sono rappresentate nell’acquerello di autore anonimo conservato al Metropolitan Museum di New York dal titolo “Dining room di Barbaja”: vi si vede una sala (forse una grotta), rivestita di paglia per motivi acustici, attigua ad altre grotte ed utilizzata probabilmente dai musicisti ospiti per comporre.
Il palazzo è oggi un normale condominio di sapore ottocentesco che non serba nulla dell’antico splendore né è visitabile al suo interno; l’unica caratteristica che rimanda al tempo che fu sono i loggiati a sesto ribassato del suo cortile interno visibili dalla terrazza dell’attigua chiesa di S. Maria del Parto.
La galleria immagini include anche un estratto dalla pianta del 1878 del Municipio di Napoli che riporta il palazzo stesso.