Villa Crespi 8
Caratteristiche storiche e artistiche
Villa progettata dal polacco Davide Pacanowski col contributo di Adriano Galli per la parte strutturale e realizzata nel 1955.
L’arditezza della costruzione si apprezza da piazza Sannazaro e da via Orazio: la soluzione strutturale utilizza un pilastro a fungo a sezione variabile che ancora i forti aggetti dei solai dei tre piani della villa, solai che dal lato opposto si incastrano nella parete di tufo.
Il contrappunto tra i volumi incastrati e le terrazze sospese è sottolineato dall’uso del tufo a faccia vista per i primi e l’intonaco bianco per gli aggetti. (da Napoli Guida e dintorni a cura di S. Stenti scheda di Gaetano Fusco ed. CLEAN).
La composizione esprime i maggiori canoni del razionalismo lecorbusiano: il tetto giardino, la finestra a nastro, la pianta libera, la facciata libera, i pilotis. Gli elementi architettonici sono fusi mirabilmente con la orografia del terreno e il pino mediterraneo sia con la ripresa di elementi wrightiani che attraverso l’impiego e unione di materiali: intonaco bianco e tufo a faccia vista. (da Architettura del Novecento a Napoli di A. Castagnaro ed. ESI).
Villa progettata dal polacco Davide Pacanowski col contributo di Adriano Galli per la parte strutturale e realizzata nel 1955.
L’arditezza della costruzione si apprezza da piazza Sannazaro e da via Orazio: la soluzione strutturale utilizza un pilastro a fungo a sezione variabile che ancora i forti aggetti dei solai dei tre piani della villa, solai che dal lato opposto si incastrano nella parete di tufo.
Il contrappunto tra i volumi incastrati e le terrazze sospese è sottolineato dall’uso del tufo a faccia vista per i primi e l’intonaco bianco per gli aggetti. (da Napoli Guida e dintorni a cura di S. Stenti scheda di Gaetano Fusco ed. CLEAN).
La composizione esprime i maggiori canoni del razionalismo lecorbusiano: il tetto giardino, la finestra a nastro, la pianta libera, la facciata libera, i pilotis. Gli elementi architettonici sono fusi mirabilmente con la orografia del terreno e il pino mediterraneo sia con la ripresa di elementi wrightiani che attraverso l’impiego e unione di materiali: intonaco bianco e tufo a faccia vista. (da Architettura del Novecento a Napoli di A. Castagnaro ed. ESI).