Palazzo Carafa di Roccella 60
Caratteristiche storiche e artistiche
Originariamente un casamento con masseria ceduto ai Carafa da Francesco de Sangro nel 1667. Nel 1769 il principe Carafa Cantelmo stuart incaricò Luca Vecchione di trasformare l’edificio rurale. Ma in ogni caso i Carafa continuarono ad utilizzarlo come residenza secondaria conservando come principale quella in via Trinità Maggiore. L’edificio fu acquistato nel 1885 dal barone Giuseppe Treves insieme solo a parte del giardino retrostante, rendendo così possibile la realizzazione a monte del Parco Margherita. Dopo alterne vicende e decenni di abbandono il palazzo è ora proprietà del Comune di Napoli che lo ha adibito a sede del Museo PAN (ADR). Il palazzo ora si presenta a fronte strada su via dei Mille che all’epoca non esisteva: dalla mappa di metà Ottocento inclusa nella galleria immagini si può rilevare che in realtà l’attuale ingresso del palazzo era raccordato con via Cavallerizza (n.34 sulla mappa) da una Strada Roccella (vedi n.56 della mappa) che poteva trovarsi approssimativamente sull’asse dell’attuale via Carducci (tratto superiore).
Originariamente un casamento con masseria ceduto ai Carafa da Francesco de Sangro nel 1667. Nel 1769 il principe Carafa Cantelmo stuart incaricò Luca Vecchione di trasformare l’edificio rurale. Ma in ogni caso i Carafa continuarono ad utilizzarlo come residenza secondaria conservando come principale quella in via Trinità Maggiore. L’edificio fu acquistato nel 1885 dal barone Giuseppe Treves insieme solo a parte del giardino retrostante, rendendo così possibile la realizzazione a monte del Parco Margherita. Dopo alterne vicende e decenni di abbandono il palazzo è ora proprietà del Comune di Napoli che lo ha adibito a sede del Museo PAN (ADR). Il palazzo ora si presenta a fronte strada su via dei Mille che all’epoca non esisteva: dalla mappa di metà Ottocento inclusa nella galleria immagini si può rilevare che in realtà l’attuale ingresso del palazzo era raccordato con via Cavallerizza (n.34 sulla mappa) da una Strada Roccella (vedi n.56 della mappa) che poteva trovarsi approssimativamente sull’asse dell’attuale via Carducci (tratto superiore).