via San Giuseppe dei Nudi
La Costigliola è un piccolo colle fuori le mura delimitato dal Cavone, da via Salvator Rosa e da via Pessina.
Nel Cinquecento la Veduta Lafréry (vedi appresso) lo mostra interamente coperto di vegetazione salvo alcune casupole e va detto che all’epoca l’intero colle era di proprietà della famiglia Carafa.
Ma già con la Veduta Baratta del 1627 (vedi appresso) la Costigliola appare parzialmente urbanizzata e attraversata dai due assi longitudinali che oggi si chiamano via Tommasi e via San Giuseppe dei Nudi.
Con la carta Carafa del 1775 (vedi appresso) il tracciato della strada è ormai definitivo e sono leggibili i grandi complessi religiosi di San Giuseppe dei Nudi che diede il nome alla strada e dei SS. Bernardo e Margherita.
Con la carta Schiavoni del 1885 (vedi appresso) l’edificazione della strada coincide con la situazione attuale e compare anche la gradinata nel tratto iniziale.
Il complesso di San Giuseppe dei Nudi fu fondato nel 1739 da un gruppo di avvocati e commercianti con intenti assistenziali: il suo motto era nudus eram et coperuisti me. La chiesa omonima venne ristrutturata nel 1755 dall’architetto romano Giovanni Del Gaizo.
Il complesso dei SS. Bernardo e Margherita fu istituito in quella sede nel 1646 da monache francescane, che successivamente nel 1732 incaricarono G.B.Nauclerio di realizzare una nuova chiesa. Con l’abolizione dei monasteri il complesso divenne nel 1820 Alloggiamento di vedove militari; nel 1859 vi subentrarono i Cavalieri del Sacro Militare Ordine Gerosolimitano (i Cavalieri di Malta) che in una parte dell’immobile impiantarono un ospedale tuttora attivo come ambulatorio, mentre la restante parte è trasformata in abitazioni.