palazzo Brayda, 119
Epoca di costruzione (o ristrutturazione): Seicento .
Epoca di ristrutturazione: Ottocento .
Committente: famiglia Brayda – Tortora
Il palazzo prende il nome dai proprietari originari i Brayda-Tortora, una famiglia della nobiltà piemontese insediatasi a Napoli al tempo di Carlo I d’Angiò e che aveva la sua casa palaziata in salita Tarsia.
Il palazzo costruito probabilmente nel Seicento in forma di masseria , fu poi ristrutturato nell’Ottocento.
E’ famoso perché vi abitò nei primi decenni del Novecento il poeta Giovanni Capurro autore del testo di “O sole mio” e di altre celebri canzoni.
Il palazzo, come altri palazzi circostanti, è stato oggetto dell’intervento dell’Atelier Mendini finalizzato all’arredo urbano di tutta l’area circostante la stazione della metropolitana di Salvator Rosa.
L’intervento realizzato sulla facciata del palazzo Brayda riprende con i raggi del sole il testo della famosa canzone, mentre l’uccello in campo dorato apposto in sommità fa riferimento allo stemma Brayda –Tortora dei vecchi proprietari; infine il motivo decorativo dei panni stesi svolazzanti è cifra comune anche agli altri fabbricati della zona.
Da Napoli Atlante della città storica di Italo Ferraro ed. OIKOS.