Introduzione
Il quartiere comprende le pendici dell’area collinare delimitate da piazza Dante, via Pessina, via Salvator Rosa, via Imbriani, Materdei, via Tarsia, il primo tratto del corso Vittorio Emanuele, via Santacroce.
Cenni storici
Alla sua istituzione il quartiere Avvocata era molto più esteso di oggi perché comprendeva anche il territorio dell’Arenella e del Vomero (incluso il Rione Alto) che all’epoca non erano stati riconosciuti amministrativamente in quanto considerati borghi di campagna a bassa densità abitativa.
La Carta dell’Ufficio Topografico della guerra del 1828 appresso riportata mostra tale situazione e individua come confini Largo del Mercatello (piazza Dante), Salita degli Studi (via Pessina), Santa Teresa, salita San Raffaele, via Fontanelle, la strada fuori Porta Medina (via Tarsia) e via dei Cacciottoli che arrivava fino all’Arenella.
Storicamente tutto l’attuale quartiere Avvocata ricadeva fuori dalla cinta muraria, anche nella versione più estesa che era la murazione toledana risalente al Cinquecento.
La Veduta Lafréry del 1556 , appresso riportata in stralcio annotato, mostra l’estensione del quartiere rispetto alle mura toledane, i quattro assi viari di ascesa in collina e i domini territoriali che verranno appresso descritti: il Limpiano, la Costigliola e S.Efremo Nuovo.
La veduta mostra anche il carattere sostanzialmente agreste del territorio in questione con rade costruzioni.
La parte del quartiere più prossima alle mura era intorno all’anno 1000 denominata Limpiano ed era delimitata dall’attuale via Tarsia a sud, dal Cavone a nord, da piazza Dante – via Pessina ad est e da via Salvator Rosa (Infrascata) ad ovest.
Il Limpiano, che originariamente era stato concesso dal duca bizantino Sergio al Monastero dei SS. Severino e Sossio, fu a partire dal Cinquecento progressivamente urbanizzato attorno ad alcuni assi di penetrazione che fungevano da collegamento tra il centro storico entro le mura e l’area collinare: via Ventaglieri, salita Tarsia, salita Pontecorvo e lo stesso Cavone; da rilevare che le citate salite presentavano e presentano una pendenza notevole in quanto nascono come alvei naturali deputati al convogliamento a valle delle acque meteoriche e delle “lave” ( i detriti trasportati dalla pioggia nelle strade di campagna dell’epoca ), come anche il nome Cavone rivela.
Lo sviluppo edilizio avveniva nonostante le “prammatiche” vicereali che vietavano a partire dal 1550 qualsiasi costruzione fuori dalle mura cittadine e si coagulava attorno a tutta una serie di strutture conventuali che facevano un po’ da battistrada.
Un’ area orograficamente separata è il piccolo colle della Costigliola originariamente appartenuto in toto alla famiglia Carafa e sviluppatosi a partire dal Seicento intorno ai due assi principali di via San Potito e a via San Giuseppe dei Nudi.
Secondo una politica di controllo del territorio iniziata con gli Angioini tali domini venivano assegnati dai regnanti dell’epoca a dei soggetti ecclesiastici o a grandi casati nobiliari: questo il motivo per cui la Costigliola era assegnata ai Carafa, il Limpiano al Monastero dei SS. Severino e Sossio e il piccolo colle di S. Efremo Nuovo agli Agostiniani di San Giovanni a Carbonara.
Quello che però rappresentava e rappresenta l’asse principale del quartiere è via Salvator Rosa, storicamente “Infrascata” per la presenta della vegetazione che la circondava, tracciata nel Cinquecento per costituire, grazie alle sue caratteristiche di pendenza più carrozzabili, la principale via di collegamento con l’area collinare e di qui attraverso la “via per colles” con l’area puteolana. Dall’Infrascata si diramerà successivamente via Salute (oggi via Imbriani) che costituirà un secondo collegamento col borgo dell’Arenella attraverso via Confalone da un lato e la Salita Due Porte dall’altro.
La veduta Baratta appresso riportata in stralcio ci dà un quadro della situazione urbanistica nel 1627 che mostra un discreto sviluppo urbanistico concentrato soprattutto nella parte bassa del Limpiano e nella Costigliola anche se sono prevalenti gli insediamenti religiosi : sono riconoscibili la Cesarea a Via Salvator Rosa, la chiesa dell’Avvocata, il complesso di Gesù e Maria e il monastero di S. Efremo Nuovo.
Lo stralcio annotato appresso riportato della stessa veduta Baratta ci mostra l’infittimento del tessuto viario con la creazione di salita Ventaglieri e di salita Pontecorvo e l’estensione dell’Infrascata verso la parte alta della collina nonché la creazione di via Salute e di via San Mandato.
La Veduta Baratta mostra anche un’area di caratteristiche a sé stanti, compresa tra via Salvator Rosa e via Salute, che si articola attorno a via San Mandato e a vico Nocelle ; essa nasce come area prevalentemente agricola attorno ad un primo nucleo più antico costituito dalla chiesa e monastero di San Mandato, ma poi conosce anch’essa uno sviluppo edilizio notevole dal Settecento fino al secondo dopoguerra.
Nella carta Carafa del 1775, di cui si riportano appresso tre stralci, il tessuto viario ha assunto ormai la sua versione attuale per quanto riguarda la parte bassa del quartiere e l’espansione edilizia si è consolidata anche se permangono diverse aree verdi.
Nel primo stralcio riferito al Limpiano sono state evidenziati i complessi religiosi, ben dieci, e le due grandi residenze nobiliari degli Spinelli di Tarsia e dei Pontecorvo.
Nel secondo stralcio della carta Carafa riferito alla Costigliola sono stati evidenziati cinque complessi religiosi.
Nel terzo stralcio della carta Carafa riferito alla parte alta del quartiere le zone campestri sono ancora preponderanti e in essi spiccano i complessi di S.Efremo Nuovo, della Cesarea, di San Francesco di Sales, della Salute e del SS. Sacramento.
Altre due aree residenziali fanno parte del quartiere anche se si sono sviluppate molto più tardi e cioè negli anni Trenta del Novecento: la strada a tornanti via Girolamo Santacroce, che abbraccia in qualche modo l’altura di San Martino, e il rione Materdei, che si dirama a partire da via Imbriani e copre l’altro versante della collina fino a via Santa Teresa e alla valle della Sanità.
Del quartiere Avvocata fa parte anche la prima parte del corso Vittorio Emanuele che però è stato trattato unitariamente nell’ambito degli Assi viari.
Atmosfera
Gli assi di collegamento veicolare col Vomero -Arenella restano via Salvator Rosa e via Imbriani ma, fortunatamente per gli abitanti, la pressione del traffico si è alleggerita a partire dagli anni ’80 con l’apertura della Tangenziale Est-Ovest di Napoli che ha collegato direttamente il Vomero-Arenella con le autostrade e la Ferrovia da un lato e con Fuorigrotta dall’altro.
La zona non ha grande vocazione commerciale se non a livello di dettaglianti rionali.
Anche dal punto di vista ricreativo e culturale non vi sono cinema, teatri o librerie.
L’unico museo creato peraltro negli ultimi anni è il Museo Nitsch a vico Lungo Pontecorvo.
Va citata infine la vocazione artigiana di mobilieri e antiquari restauratori nella parte bassa di via Salvator Rosa.
Stazioni
Napoli verticale
Non vi sono mete turistiche classiche.
Non vi sono aree pedonali data la funzione di collegamento tra collina e centro storico esplicata dalla maggior parte delle strade del quartiere.
Data l’orografia del quartiere in qualche modo aggrappato alle pendici della zona collinare, non vi sono piazze degne di nota: piazza Mazzini svolge prevalentemente una funzione di snodo stradale.
Fonti
Napoli – Atlante della città storica – Dallo Spirito Santo a Materdei – di Italo Ferraro – edizioni OIKOS Napoli