Cenni Storici Pendino Santa Barbara
L’area del centro storico compresa tra S. Maria la Nova e i Banchi Nuovi è interessata nel giro di poche centinaia di metri da ben quattro pedamentine che davano ingresso dal mare alle alture divenute sempre più importanti con l’erezione dei monasteri di Donnalbina e san Demetrio e poi coi grandi monasteri angioini (Santa Maria la Nova e Santa Chiara).
La linea costiera era molto prossima all’asse costituto dalle vie del Cerriglio e Sedile di porto (vedi carta Capasso del secolo XI) . Questa particolarità nasce dalla antica conformazione orografica della zona costituita da una collina degradante rapidamente verso il mare.
In effetti la stessa carta Carafa (1775) riporta questo percorso col numero 99 dell’indice Carletti che recita ” Pendino S. Barbara nella fine del quale giugnea nei tempi antichissimi il mare, per cui tutta quella parte della città che al di là si osserva coperta di edifici è dono del mare stesso“.
Il termine “pendino” o “pennino” secondo il D’Ambra (1885) è un “napoletanesimo” della voce pendio.
Santa Barbara era una chiesa di cui si ha notizia dal 1194 che stava probabilmente all’imbocco del percorso e che ora non esiste più (vedi Italo Ferraro Napoli Atlante della città storica – Quartieri bassi e Risanamento edizioni OIKOS) .
Oltre la cartografia già citata si riportano estratti dalla veduta Baratta del 1627, dalla carta Marchese del 1804 e dalla carta Schiavoni del 1880.
La linea costiera era molto prossima all’asse costituto dalle vie del Cerriglio e Sedile di porto (vedi carta Capasso del secolo XI) . Questa particolarità nasce dalla antica conformazione orografica della zona costituita da una collina degradante rapidamente verso il mare.
In effetti la stessa carta Carafa (1775) riporta questo percorso col numero 99 dell’indice Carletti che recita ” Pendino S. Barbara nella fine del quale giugnea nei tempi antichissimi il mare, per cui tutta quella parte della città che al di là si osserva coperta di edifici è dono del mare stesso“.
Il termine “pendino” o “pennino” secondo il D’Ambra (1885) è un “napoletanesimo” della voce pendio.
Santa Barbara era una chiesa di cui si ha notizia dal 1194 che stava probabilmente all’imbocco del percorso e che ora non esiste più (vedi Italo Ferraro Napoli Atlante della città storica – Quartieri bassi e Risanamento edizioni OIKOS) .
Oltre la cartografia già citata si riportano estratti dalla veduta Baratta del 1627, dalla carta Marchese del 1804 e dalla carta Schiavoni del 1880.
Atmosfera
E’ una Napoli dimenticata, fuori dai circuiti turistici e ignota agli stessi napoletani, perché non ancora oggetto del rilancio mediatico (e conseguente ripulitura) che sta invece interessando i decumani.
La pedamentina vista oggi risulta molto suggestiva per la presenza di supportici ai due imbocchi da piazzetta Monticelli e da via Sedile di Porto. Inoltre rispetto alle altre pedamentine della zona è più abitata con presenza di “bassi” e di panni stesi nonché di alcune edicole votive ancora attive.
Sarà stata questa caratteristica popolare che ha ispirato Curzio Malaparte ad ambientarvi l’episodio del suo romanzo “La pelle” in cui parla delle orribili nane che si prostituivano ai soldati americani.
La pedamentina vista oggi risulta molto suggestiva per la presenza di supportici ai due imbocchi da piazzetta Monticelli e da via Sedile di Porto. Inoltre rispetto alle altre pedamentine della zona è più abitata con presenza di “bassi” e di panni stesi nonché di alcune edicole votive ancora attive.
Sarà stata questa caratteristica popolare che ha ispirato Curzio Malaparte ad ambientarvi l’episodio del suo romanzo “La pelle” in cui parla delle orribili nane che si prostituivano ai soldati americani.
Accessi
In zona si può arrivare con la linea 1 della Metro fermata Università.