Castel Capuano
Epoca di costruzione : XII secolo come presidio militare dal re Guglielmo I il Malo.
Progetto e realizzazione: architetto Buono
Prima ristrutturazione: Trasformato nel XIII secolo da Federico II di Svevia per renderlo idoneo come reggia temporanea.
Con gli Angioini la reggia diventa il Castelnuovo ma Giovanna II si rifugiò in Castel Capuano in più riprese nel XV secolo durante lo scontro con Alfonso d’Aragona che si era invece insediato al Maschio Angioino.
In periodo aragonese (secolo XV) il castello fu utilizzato come residenza temporanea da Alfonso il Magnanimo in attesa della parziale ricostruzione del Maschio Angioino e successivamente vi gravitò il Duca di Calabria Alfonso II: in questo periodo il castello subì vari abbellimenti per opera del pittore valenciano Jacomart Baco e dell’architetto Giuliano da Maiano che ricostruì tra l’altro la Porta Capuana.
Carlo V vi dimorò alcuni mesi nel 1535 di ritorno dalla riconquista di Tunisi.
Seconda ristrutturazione : 1537 per volere del viceré don Pedro di Toledo che lo destinò a sede unica di tutti i tribunali napoletani
Progetto e realizzazione: Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa
Vi furono unificate le seguenti corti di giustizia: il Sacro Regio Consiglio, la Regia Camera della Sommaria, la Gran Corte Civile e Criminale della Vicaria e il Tribunale della Zecca e i sotterranei vennero adibiti a carcere.
In epoche successive vennero eseguiti i seguenti interventi decorativi:
- – gli affreschi eseguiti dallo spagnolo Pedro de Rubiales negli ambienti della Regia Camera della Sommaria nel biennio 1547-1548;
- – quelli realizzati nel 1608 dal greco napoletanizzato Belisario Corenzio in quattro “rote” del Sacro Regio Consiglio, visibili ancora in ben tre sale;
- – nel breve periodo vicereale austriaco vennero commissionate ulteriori aggiunte decorative, ispirate nell’esecuzione al nascente gusto rococò, come testimoniato da un superstite boudoir del 1725 affrescato sulle volte e sulle pareti da Antonio Maffei e Tommaso Alfano, sotto la direzione di Ferdinando Sanfelice;
- – nel periodo borbonico gli interventi si limitarono all’aggiunta di nuovi affreschi di carattere prettamente profano: nel 1752 il salone del Sacro Regio Consiglio venne dipinto negli ornati parietali (tuttora sopravvissuti) da Carlo Amalfi;
- – nel 1770 Antonio Cacciapuoti affrescò insieme ad una squadra di pittori “ornamentisti” il Salone della Sommaria (oggi noto come Salone dei Busti);
Terza ristrutturazione:
Al triennio 1856-1858 va ricondotta l’opera di modifica del castello più profonda dai tempi di Don Pedro: sotto la guida dell’architetto Giovanni Riegler fu rinnovata la facciata principale e i balconi furono ritrasformati in finestre, scomparvero le arcate dei pianterreno e fu costruito un marciapiede lungo tre lati. Il Salone dei Busti che aveva perso gli affreschi della volta a causa di infiltrazioni d’acqua non contrastate per decenni, venne ridecorato (rispettando le parti superstiti) dai pittori pugliesi Biagio Molinaro e Ignazio Perricci.
In epoca postunitaria il castello ha conservato la funzione di Palazzo di Giustizia, funzione che ha perduto a partire dal 1995, anno in cui è entrato in funzione il nuovo Palazzo di giustizia nel centro Direzionale di Napoli.
Da Napoli Atlante della città storica – Centro antico di Italo Ferraro Napoli 2002.
Da Napoli antica di Vincenzo Regina Roma 2016