palazzo De Rosa
Come palazzo De Rosa si intende l’intero isolato compreso tra le vie Toledo, Tarsia, vico Latilla e via dei Pellegrini. Il sito dell’attuale isolato era occupato dalle mura vicereali che partendo dalla porta Reale salivano lungo l’attuale via Tarsia: vedi veduta Baratta (1629) appresso riportata.
Poi nel 1775 la porta e le mura vennero demolite : vedi carta Carafa (1775) appresso che mostra solo la presenza di modeste botteghe su via Toledo.
A questo punto il principe Pignatelli di Monteleone, già proprietario di parte dei suoli a ridosso delle mura, comincia a edificare la parte del lotto su via Toledo con un palazzo a due cortili: vedi appresso carta Marchese del 1804.
Finché nel 1825 tutto il lotto, compresa la costruzione realizzata, viene acquistato da Francesco De Rosa, figlio di un ricco costruttore di Afragola, fresco anche di un titolo nobiliare di duca di Carosino acquisito grazie alle nozze con la sesta figlia del duca d’Ascoli.
Il De Rosa affida la costruzione dell’intero lotto all’architetto Pietro Valente che modifica il progetto originario per dare al complesso una diversa concezione residenziale : di fatto questo è uno dei primi palazzi che nasce su Toledo non ad uso esclusivo di una famiglia nobiliare (casa palaziata) ma per dare case in fitto alla borghesia.
Nonostante però il carattere speculativo dell’isolato, che risulta interamente edificato, vi è una chiara impostazione neoclassica come mostrato dai portali e dalle scale aperte, dalle due logge angolari al quarto piano e dalla bella scala sul lato che dà sulla piazzetta Latilla (oggi D’Ovidio).
Da Napoli Atlante della città storica – Italo Ferraro ed. OIKOS, da I palazzi di Napoli – Aurelio De Rose ed. Newton & Compton