chiesa e monastero dei Gerolomini, piazza Gerolomini
La sua decorazione in oro, marmi e madreperla le valsero il titolo di Domus aurea. Il suo interno presenta una concentrazione di opere di grande qualità di artisti sia napoletani che di estrazione toscana, emiliana e romana che la rendono, assieme all’annesso convento, uno dei più importanti complessi monumentali della città .
Epoca di costruzione: XVI – XVII sec
Progetto/Esecuzione: G.A. Dosio, Dionisio Nencioni di Bartolomeo
Completamento : 1780
Progetto facciata : Ferdinando Fuga
Ordine : Frati seguaci di San Filippo Neri, chiamati Gerolamini perché il loro primo Oratorio si trovava presso la chiesa di San Girolamo della Carità a Roma.
Nome : Natività di Maria Santissima.
Architettura in stile barocco:
La facciata, rifatta in marmi bianchi e bardiglio nel 1780 su disegni di Ferdinando Fuga, ai lati è delimitata da due campanili gemelli dotati di orologi (uno solare e uno di sei ore) sulle cui trabeazioni sono poste le statue di Pietro e Paolo, iniziate da Cosimo Fanzago e ultimate da Giuseppe Sanmartino. Il prospetto è impaginato su due ordini delimitati da una trabeazione: nel registro inferiore, articolato per mezzo di lesene scanalate, si aprono tre portali, di cui quello centrale è il maggiore; il gruppo scultoreo sovrastante il portale centrale, opera di Sanmartino, raffigura Mosè ed Aronne con le tavole dei comandamenti in ebraico sorrette da angeli.
La parte superiore della facciata è alleggerita mediante un finestrone rettangolare sormontato da un timpano triangolare, oltre il quale svetta un coronamento costituito da un timpano arcuato e spezzato, al centro del quale si innalza un setto decorato con l’immagine della Madonna col Bambino, detta “della Vallicella“, sempre opera di Sanmartino.
L’interno presenta una pianta a croce latina suddivisa in tre navate per mezzo di dodici colonne di granito dell’Isola del Giglio. Con i suoi 68 metri di lunghezza e i 28 metri di larghezza è tra i più vasti edifici di culto napoletani.
Sulla controfacciata c’è un affresco di Luca Giordano raffigurante la Cacciata dei mercanti dal tempio del 1684; ai lati, sulle porte di accesso ai campanili, ci sono gli affreschi datati 1736 di Ludovico Mazzanti che rappresentano La cacciata di Eliodoro (a sinistra) e La punizione di Ozia (a destra).
Tra la navata centrale e quella a sinistra, lungo il colonnato, è visibile una lapide in memoria di Giambattista Vico sepolto, secondo le antiche guide di Napoli, nell’ipogeo sotto la cappella di Sant’Agnese.
Il Monastero comprende :
- Oratorio dell’Assunta : luogo di riunione degli artigiani e dei mercanti, categorie che costituivano la Congregazione dell’Assunta
- Chiostro piccolo detto della Porteria: costruito nel XVI secolo su progetto di Dosio, su parte del palazzo Seripando
- Chiostro grande detto degli Aranci : custodiva l’oasi verde del complesso dei G.
- Biblioteca dei G. : la più antica biblioteca pubblica di Napoli e la seconda d’Italia. Oggi biblioteca statale.
- Quadreria: nata nel XVII secolo grazie alle donazioni e alle committenze della chiesa stessa. La sede originaria era la sacrestia maggiore. Contiene opere del ‘500 di Andrea da Salerno e del Cavalier d’Arpino, del ‘600 di Caracciolo, Ribera e Guido Reni, del ‘700 di Santafede, Solimena e Sanmartino ( un Crocifisso e due Pietà).
Funzione attuale:
Da Napoli Atlante della città storica – Centro antico di Italo Ferraro Napoli 2002.
Da Napoli antica di Vincenzo Regina Roma 2016
Da Guida Sacra della città di Napoli di Gennaro Aspreno Galante Napoli 1872