palazzo de Sangro di Casacalenda, 7-17
Epoca di costruzione: Seicento .
Progettista: (in parte? ) Cosimo Fanzago .
Committente: famiglia de Sangro di Casacalenda
Principale ristrutturazione: 1754-1762.
Progettisti:Mario Gioffredo e Luigi Vanvitelli .
Committente: Duchessa Marianna de Sangro di Casacalenda
Il palazzo fu costruito nel Seicento sul sito della chiesa parzialmente demolita di S. Maria della Rotonda da cui provengono le colonne di spoglio riutilizzate dal Vanvitelli nel cortile e di cui è testimonianza la forma rotonda del fronte posteriore del palazzo dal lato di vico Pallonetto
Per quanto riguarda la ristrutturazione settecentesca, all’architetto napoletano Mario Gioffredo si deve sicuramente la facciata con un ordine gigante di paraste ioniche che copre i due piani nobili, il tutto su un basamento di piperno in cui si aprono due portali inquadrati da colonne doriche in marmo bianco.
Al Gioffredo successe dopo il 1762 Luigi Vanvitelli a seguito pare di dissesti statici imputati dai committenti ad imperizia dello stesso Gioffredo.
Al Vanvitelli si deve tra l’altro la sistemazione del cortile con un portico a quattro archi ribassati e una finta nicchia all’interno del grande arco centrale che fronteggia l’ingresso: le colonne utilizzate sono di spoglio dalla chiesa di santa Maria della Rotonda (come detto).
Nel 1922 il palazzo fu tagliato con perdita di una campata per consentire l’allargamento di via Mezzocannone nell’ambito delle opere per il Risanamento di Napoli e in quella occasione una parte degli affreschi del Fischetti che decoravano la galleria del secondo piano nobile furono staccati e conservati al museo di Capodimonte.
Da notare che il secondo piano nobile fu abitato dai de Sangro fino al 1831, quando fu venduto alla famiglia Del Balzo che vi subentrò.
Da I palazzi di Napoli di A. De Rose Edizioni Newton & Compton, da Palazzi e Giardini di Napoli di Nicola della Monica ed. Newton & Compton, da I palazzi di Napoli di Sergio Attanasio Edizioni Scientifiche Italiane, da Napoli Atlante della città storica di Italo Ferraro ed. CLEAN.