palazzo Petrucci, 3
Epoca di costruzione: 1300.
Progettista:Giacomo De Santis (?).
Committente : Bertrando III del Balzo (nobile provenzale venuto al seguito degli angioini).
Principale ristrutturazione: 1470.
Committente: Antonello Petrucci.
Nel Quattrocento il palazzo fu acquistato da Antonello Petrucci che partendo da umili origini era divenuto segretario del re Ferrante d’Aragona.
Il più pregevole elemento superstite dell’epoca del Petrucci è il portale attribuito ad Aniello Fiore: “un grosso astragalo corona l’architrave, sorretto da due mensole con rilievo (antropomorfo) di squisita fattura, con un intaglio molto delicato di fogliame di quesrcia frammezzato di foglie d’acanto avvolte intorno come un legaccio” (da I Palazzi di Napoli di Sergio Attanasio Edizioni Scientifiche Italiane).
Altro elemento di epoca aragonese sono gli archi catalani del cortile, in gran parte murati, e la scala aperta su logge con pilastri ottagonali al primo e al secondo livello, scala attribuita a Jacopo de Cirello da Cava.
Il Petrucci fece una fine tragica in quanto partecipò nel 1485 alla Congiura dei Baroni contro re Ferrante, per cui fu condannato a morte e decapitato nel 1487: fu sepolto nella sua cappella di famiglia in San Domenico Maggiore, da cui fu probabilmente traslato nella Sagrestia della stessa chiesa, luogo di sepoltura della famiglia reale aragonese e di alti dignitari di corte.
Nel 1698 il palazzo passò in proprietà del Banco del SS.Salvatore e di questo periodo resta la testimonianza del busto del Salvatore ancora presente nell’atrio, opera di A. Felici, mentre l’originaria forma gotica di porte e finestre venne nella stessa epoca alterata.
Nel 1806 sotto la dominazione francese il Banco venne abolito e nel palazzo passato al Demanio venne insediata la Gran Corte dei Conti.
Da I palazzi di Napoli di A. De Rose Edizioni Newton & Compton, da Palazzi e Giardini di Napoli di Nicola della Monica ed. Newtno & Compton, da I palazzi di Napoli di Sergio Attanasio Edizioni Scientifiche Italiane).