ex Monastero di San Sebastiano
Epoca di costruzione 599 d.c..
La chiesa di San Sebastiano secondo la tradizione sarebbe stata fondata dall’imperatore Costantino (IV secolo d.c.).
La prima fonte documentata, il Capasso fa risalire il monastero dei SS. Teodoro e Sebastiano al 599.
Nel X secolo vi fu annesso il Monastero dei SS. Sergio e Bacco proveniente da Megaride: entrambi i monasteri erano di monaci basiliani.
Il monastero dei SS. Teodoro e Sebastiano è riportato dalla carta Capasso dell’XI secolo (vedi appresso).
Sempre secondo il Capasso nel XII secolo il monastero adotta la regola benedettina.
Alla fine del Duecento il monastero viene inglobato nelle mura angioine da Carlo II, mura che vanno lungo piazza Dante fino alla Porta Reale di fronte Santa Chiara .
Nel Trecento si amplia con la costruzione del primo ordine del chiostro piccolo quello ad archi ogivali.
Nel 1425-26 fu assegnato alle monache domenicane provenienti dal monastero di San Pietro a Castello (nel Castel dell’Ovo) saccheggiato dall’esercito di Alfonso d’Aragona nel 1423, per cui il complesso prese il nome di San Pietro e San Sebastiano.
A metà Quattrocento viene costruita una nuova chiesa con orientamento nord-sud ortogonale a quella che sarà costruita nel Seicento.
Nella prima parte del Cinquecento il monastero si espande a nord con la costruzione del Chiostro Grande.
La chiesa nel XVII secolo venne completamente rifatta in forma ellittica da fra Nuvolo che vi aggiunse una cupola ed anche il Fanzago vi mise mano.
Il monastero è visibile sulla veduta Baratta del 1629: vedi stralcio appresso riportato.
Il monastero è anche identificabile sulla carta Carafa del 1775: vedi stralcio appresso riportato.
Le monache vi rimasero poi fino al 1807 quando i francesi vi istituirono il primo Real Collegio di Napoli divenuto Liceo nel 1812.
Nel 1820 vi fu installato il Conservatorio di Musica, che successivamente doveva essere traslato in San Pietro a Maiella.
Nel 1826 i Gesuiti riammessi nel regno dai Borbone vi rifondarono il Collegio Massimo con convitto, collegio che avevano tenuto con lo stesso nome nella sede del Gesù Vecchio fino al 1767, anno in cui Ferdinando IV cacciati i Gesuiti vi aveva fondato la Casa e Convitto del Salvatore.
A questo punto San Sebastiano si trovava ad essere incorporato nella grande insula gesuitica che diventerà nel tempo una cittadella scolastica, comprendente anche la chiesa del Gesù Nuovo, la Casa Professa dei Gesuiti (attuale Scuola Media Eleonora Pimentel Fonseca) e il Palazzo delle Congregazioni (oggi Liceo Ginnasio Statale Genovesi).
La gestione dei Gesuiti in San Sebastiano durò fino al 1860 e poi nel 1861 il monastero divenne sede del Liceo Ginnasio Statale Vittorio Emanuele II fondato dai Savoia.
Il complesso è indicato sulla carta Schiavoni del 1880: vedi stralcio appresso riportato.
La cupola di fra Nuvolo crollò nel 1941 e negli anni cinquanta e sessanta quello che rimaneva della chiesa di San Sebastiano venne demolito.
Oggi il complesso è sede del Liceo Vittorio Emanuele II con ingresso da via San Sebastiano e del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II con ingresso da piazza Dante.
La cupola di San Sebastiano aveva caratterizzato lo skyline della piazza nelle stampe e nei dipinti d’epoca come il quadro di Micco Spadaro “La peste al Mercatello” e la stampa del D’Ambra tratta da “Napoli Antica illustrata” del 1886, entrambi riportati in galleria immagini.
Da Rileggere Napoli Nobilissima di Renato De Fusco ed. Liguori , da Napoli Atlante della città storica – Italo Ferraro Edizioni OIKOS e dal sito www.liceovittorioemanuele.it