palazzo Cavalcanti
Notizie storiche e architettoniche
L’epigrafe sul portale attesta che il palazzo venne fatto costruire dal marchese Angelo Cavalcanti nel 1762.
E’ controverso se il palazzo sia stato costruito ex novo o se sia il risultato di rimaneggiamento/ampliamento di fabbrica esistente.
Del progetto fu incaricato Mario Gioffredo che lo edificò secondo i canoni del barocco.
Il basamento bugnato in piperno a corsi orizzontali con botteghe al piano terra e balconcini al piano ammezzato è limitato da una cornice che fa da mensola per i balconi del piano nobile, che presentano ringhiere salvo la balaustra in marmo al di sopra del portale.
I due piani superiori sono scanditi da lesene a doppio ordine che arrivano al grande cornicione superiore retto da mensole accoppiate.
I riquadri del doppio ordine sono quasi completamente occupati dalle cornici delle aperture che recano timpani curvi al piano nobile mentre il balcone centrale presenta una nicchia con calotta emisferica.
Il portale è affiancato da colonne marmoree doriche su basamenti, sormontate da una trabeazione con mensole sporgenti.
Dopo il vestibolo si accede al cortile molto armonioso che precede la scala aperta con arco unico per piano e due piccole aperture laterali.
L’epigrafe sul portale attesta che il palazzo venne fatto costruire dal marchese Angelo Cavalcanti nel 1762.
E’ controverso se il palazzo sia stato costruito ex novo o se sia il risultato di rimaneggiamento/ampliamento di fabbrica esistente.
Del progetto fu incaricato Mario Gioffredo che lo edificò secondo i canoni del barocco.
Il basamento bugnato in piperno a corsi orizzontali con botteghe al piano terra e balconcini al piano ammezzato è limitato da una cornice che fa da mensola per i balconi del piano nobile, che presentano ringhiere salvo la balaustra in marmo al di sopra del portale.
I due piani superiori sono scanditi da lesene a doppio ordine che arrivano al grande cornicione superiore retto da mensole accoppiate.
I riquadri del doppio ordine sono quasi completamente occupati dalle cornici delle aperture che recano timpani curvi al piano nobile mentre il balcone centrale presenta una nicchia con calotta emisferica.
Il portale è affiancato da colonne marmoree doriche su basamenti, sormontate da una trabeazione con mensole sporgenti.
Dopo il vestibolo si accede al cortile molto armonioso che precede la scala aperta con arco unico per piano e due piccole aperture laterali.
Da Napoli Atlante della città storica – Italo Ferraro ed. OIKOS, da I palazzi di Napoli – Aurelio De Rose ed. Newton & Compton