ex Conservatorio dello Spirito Santo
Notizie storiche e architettoniche
Nel 1557 la Confraternita degli Illuminati dello Spirito Santo acquistò un suolo presso Porta Reale e vi edificò una piccola chiesa, chiesa che fu espropriata e demolita qualche anno dopo quando il viceré don Pedro Parafan de Ribera decise l’allargamento dell’attuale via Monteoliveto.
Col ricavato dell’esproprio la Confraternita realizzò poco distante due Conservatori, uno per le “fanciulle vergini” dei confratelli poveri ed uno per le “figlie delle prostitute“. Fu anche realizzata una chiesa attigua ai conservatori.
Nel 1590 i confratelli furono autorizzati ad aprire un Banco che accettava depositi da utilizzare in prestiti su pegno così come fecero nello stesso periodo altre istituzioni benefiche napoletane, Banco che si chiamò dello Spirito Santo.
Nel Seicento anche Cosimo Fanzago fu chiamato ad operare nel Conservatorio realizzandovi una splendida fontana nel cortile, fontana oggi perduta.
Con l’abolizione dei Monasteri nel 1804 il Conservatorio passò nella proprietà del Banco delle Due Sicilie che dopo l’Unità divenne Banco di Napoli.
Questo dopo aver utilizzato la struttura esistente per uffici e per attività ricreative dei dipendenti, lo modificò sostanzialmente su progetto di Marcello Canino tra il 1966 e il 1972.
Oggi il complesso è utilizzato dalla Facoltà di Architettura.
Nel 1557 la Confraternita degli Illuminati dello Spirito Santo acquistò un suolo presso Porta Reale e vi edificò una piccola chiesa, chiesa che fu espropriata e demolita qualche anno dopo quando il viceré don Pedro Parafan de Ribera decise l’allargamento dell’attuale via Monteoliveto.
Col ricavato dell’esproprio la Confraternita realizzò poco distante due Conservatori, uno per le “fanciulle vergini” dei confratelli poveri ed uno per le “figlie delle prostitute“. Fu anche realizzata una chiesa attigua ai conservatori.
Nel 1590 i confratelli furono autorizzati ad aprire un Banco che accettava depositi da utilizzare in prestiti su pegno così come fecero nello stesso periodo altre istituzioni benefiche napoletane, Banco che si chiamò dello Spirito Santo.
Nel Seicento anche Cosimo Fanzago fu chiamato ad operare nel Conservatorio realizzandovi una splendida fontana nel cortile, fontana oggi perduta.
Con l’abolizione dei Monasteri nel 1804 il Conservatorio passò nella proprietà del Banco delle Due Sicilie che dopo l’Unità divenne Banco di Napoli.
Questo dopo aver utilizzato la struttura esistente per uffici e per attività ricreative dei dipendenti, lo modificò sostanzialmente su progetto di Marcello Canino tra il 1966 e il 1972.
Oggi il complesso è utilizzato dalla Facoltà di Architettura.
Da Napoli Atlante della città storica – Italo Ferraro ed. OIKOS, da I palazzi di Napoli – Aurelio De Rose ed. Newton & Compton