palazzo Penne
Notizie storiche e architettoniche
Anno di costruzione 1406. Progettista Baboccio da Piperno (?).
Come indicato dall’epigrafe all’ingresso il palazzo fu costruito nel 1406 per conto di Antonio de Penna, segretario di re Ladislao Durazzo, forse su progetto di Baboccio da Piperno, che sicuramente fu autore del sepolcro di Antonio in Santa Chiara (vedi immagini).
Il portale ad arco ribassato iscritto in un rettangolo circondato da modanature con agli angoli lo stemma dei Penna (una piuma) è in marmo bianco alternato con il rosso portasanta e conserva il portone originale. Una fascia a rilievo reca un’iscrizione con i versi di Marziale beneauguranti contro l’invidia e il malocchio.
Sulla cornice c’è una lapide descrittiva e lo stemma dei Durazzo.
L’interno non è visitabile.
Dopo vari passaggi di proprietà ai primi dell’Ottocento il palazzo venne acquistato dall’abate Teodoro Monticelli, studioso di geologia e vulcanologia che vi istituì un museo mineralogico e una biblioteca. Dopo altri numerosi passaggi l’immobile è ora di proprietà dell’Orientale che doveva ristrutturarlo e riconvertirlo a fini didattici, ma purtroppo versa in uno stato di totale abbandono. (da I Palazzi di Napoli di Sergio Attanasio ed.ESI)
Anno di costruzione 1406. Progettista Baboccio da Piperno (?).
Come indicato dall’epigrafe all’ingresso il palazzo fu costruito nel 1406 per conto di Antonio de Penna, segretario di re Ladislao Durazzo, forse su progetto di Baboccio da Piperno, che sicuramente fu autore del sepolcro di Antonio in Santa Chiara (vedi immagini).
Il portale ad arco ribassato iscritto in un rettangolo circondato da modanature con agli angoli lo stemma dei Penna (una piuma) è in marmo bianco alternato con il rosso portasanta e conserva il portone originale. Una fascia a rilievo reca un’iscrizione con i versi di Marziale beneauguranti contro l’invidia e il malocchio.
Sulla cornice c’è una lapide descrittiva e lo stemma dei Durazzo.
L’interno non è visitabile.
Dopo vari passaggi di proprietà ai primi dell’Ottocento il palazzo venne acquistato dall’abate Teodoro Monticelli, studioso di geologia e vulcanologia che vi istituì un museo mineralogico e una biblioteca. Dopo altri numerosi passaggi l’immobile è ora di proprietà dell’Orientale che doveva ristrutturarlo e riconvertirlo a fini didattici, ma purtroppo versa in uno stato di totale abbandono. (da I Palazzi di Napoli di Sergio Attanasio ed.ESI)