palazzo Pignatelli di Monteleone 53
Notizie storiche e architettoniche
Sul sito del palazzo era in origine un ameno giardino denominato Paradiso, appartenente a casa Pignatelli, giardino che come estensione occupava l’intero isolato oggi compreso tra le vie S.Anna dei Lombardi, Capitelli e Trinità Maggiore: qui la Duchessa di Monteleone D. Girolama Colonna costruì la propria abitazione.
Questa abitazione fu poi ingrandita e ristrutturata dal Duca Niccolò Pignatelli su progetto e direzione di Ferdinando Sanfelice, lavori completati nel 1718.
L’edificio originario comprendeva anche il corpo che dà su piazza del Gesù e che fa angolo con via Capitelli: quest’ultimo fu poi venduto separatamente e prese poi il nome di palazzo Pandola.
Anche nell’Ottocento il palazzo fu soggetto a ristrutturazioni e modifiche soprattutto quando dai Pignatelli passò al banchiere francese R. Ilario Degas che si stabilì a Napoli fuggendo dalla Rivoluzione, banchiere il cui nipote fu il famoso pittore Edgar Dégas (vedi targa commemorativa).
Il portale attribuito al Sanfelice è caratterizzato da bugne in marmo bianco inserite a contrasto con le scanalature delle colonne che a loro volta portano capitelli compositi con mascheroni di satiri, le cui orecchie formano le volute.
Vi è poi la rosta intagliata a raggiera con gli elementi fitomorfi che si irradiano da una grossa conchiglia contenente un cuore; un grande cartiglio partendo dalla chiave dell’arco copre quasi l’intero architrave e termina con il timpano.
Il timpano curvilineo è spezzato e contiene perfettamente la soletta sagomata del balcone sovrastante.
Il palazzo nel 1760 ospitò anche Giacomo Casanova. (da I palazzi di Napoli di Aurelio De Rose Newton & Compton Editori)
Sul sito del palazzo era in origine un ameno giardino denominato Paradiso, appartenente a casa Pignatelli, giardino che come estensione occupava l’intero isolato oggi compreso tra le vie S.Anna dei Lombardi, Capitelli e Trinità Maggiore: qui la Duchessa di Monteleone D. Girolama Colonna costruì la propria abitazione.
Questa abitazione fu poi ingrandita e ristrutturata dal Duca Niccolò Pignatelli su progetto e direzione di Ferdinando Sanfelice, lavori completati nel 1718.
L’edificio originario comprendeva anche il corpo che dà su piazza del Gesù e che fa angolo con via Capitelli: quest’ultimo fu poi venduto separatamente e prese poi il nome di palazzo Pandola.
Anche nell’Ottocento il palazzo fu soggetto a ristrutturazioni e modifiche soprattutto quando dai Pignatelli passò al banchiere francese R. Ilario Degas che si stabilì a Napoli fuggendo dalla Rivoluzione, banchiere il cui nipote fu il famoso pittore Edgar Dégas (vedi targa commemorativa).
Il portale attribuito al Sanfelice è caratterizzato da bugne in marmo bianco inserite a contrasto con le scanalature delle colonne che a loro volta portano capitelli compositi con mascheroni di satiri, le cui orecchie formano le volute.
Vi è poi la rosta intagliata a raggiera con gli elementi fitomorfi che si irradiano da una grossa conchiglia contenente un cuore; un grande cartiglio partendo dalla chiave dell’arco copre quasi l’intero architrave e termina con il timpano.
Il timpano curvilineo è spezzato e contiene perfettamente la soletta sagomata del balcone sovrastante.
Il palazzo nel 1760 ospitò anche Giacomo Casanova. (da I palazzi di Napoli di Aurelio De Rose Newton & Compton Editori)