palazzo delle Poste
Notizie storiche e architettoniche
Anno di costruzione 1928-1936. Progettisti Giuseppe Vaccaro e Gino Franzi.
I progettisti con l’invenzione della facciata curva dilatarono lo spazio ristretto della piazza e con l’inserimento della rampa gradonata verso via Monteoliveto ridussero la pendenza del piano della piazza che avrebbe condizionato la composizione della facciata.
Da un lato (su via Battisti) il chiostro di Monteoliveto condiziona l’altezza dell’edificio mentre dall’altro (su via Monteoliveto) il portichetto entra nel gioco compositivo (vedi immagini): il basamento del lungo fronte su via Monteoliveto viene realizzato in pietra scura, la diorite di Baveno, che allineata altimetricamente e cromaticamente al portico preesistente (in piperno) lo prolunga idealmente fino al fronte sulla piazza.
Il disegno delle facciate rispecchia la spazialità interna: grandi aperture al piano terra in corrispondenza dei saloni per il pubblico, semplici finestre rettangolari ai due piani per uffici e una striscia vetrata in alto per illuminare la grande sala degli apparati telegrafici.
Il portale d’ingresso, le grandi bucature al piano terra, le finestre e la lunga striscia vetrata sono tutti multipli e sottomultipli della griglia marmorea che nella parte superiore è in marmo di Vallestrona. All’interno il monumento ai caduti è opera di Arturo Martini. (da Napoli Guida e dintorni a cura di S. Stenti ed. CLEAN scheda tecnica di Paola Cislaghi)
Anno di costruzione 1928-1936. Progettisti Giuseppe Vaccaro e Gino Franzi.
I progettisti con l’invenzione della facciata curva dilatarono lo spazio ristretto della piazza e con l’inserimento della rampa gradonata verso via Monteoliveto ridussero la pendenza del piano della piazza che avrebbe condizionato la composizione della facciata.
Da un lato (su via Battisti) il chiostro di Monteoliveto condiziona l’altezza dell’edificio mentre dall’altro (su via Monteoliveto) il portichetto entra nel gioco compositivo (vedi immagini): il basamento del lungo fronte su via Monteoliveto viene realizzato in pietra scura, la diorite di Baveno, che allineata altimetricamente e cromaticamente al portico preesistente (in piperno) lo prolunga idealmente fino al fronte sulla piazza.
Il disegno delle facciate rispecchia la spazialità interna: grandi aperture al piano terra in corrispondenza dei saloni per il pubblico, semplici finestre rettangolari ai due piani per uffici e una striscia vetrata in alto per illuminare la grande sala degli apparati telegrafici.
Il portale d’ingresso, le grandi bucature al piano terra, le finestre e la lunga striscia vetrata sono tutti multipli e sottomultipli della griglia marmorea che nella parte superiore è in marmo di Vallestrona. All’interno il monumento ai caduti è opera di Arturo Martini. (da Napoli Guida e dintorni a cura di S. Stenti ed. CLEAN scheda tecnica di Paola Cislaghi)