All’epoca del completamento di via Toledo (1544) la via si chiamava secondo il Celano via “di don Francesco” o “dell’Auletta” con riferimento a don Francesco Tovar, detto anche l’Auletta, conquistatore e poi governatore di Tunisi nel 1535 al servizio di Carlo V. Il Tovar, trasferitosi a Napoli al termine dell’incarico, si costruì una dimora nell’area che ci interessa e, per raggiungerla da via Toledo, aprì una strada a ridosso delle mura aragonesi, mura che dal tracciato di via Toledo piegavano ad angolo retto proprio sull’asse della futura via S. Brigida. Il palazzo Tovar non è stato mai individuato con certezza ma forse occupava l’intero isolato compreso tra via S. Brigida, il vico Corrieri, vico della Concezione (oggi via Imbriani) e via Verdi.
La via che prende il nome dalla omonima chiesa fondata nel 1640 è già rappresentata sulla veduta Baratta del 1629 che riporta anche al n.199 il primo nucleo della futura chiesa, l’Oratorio di Santa Brigida risalente infatti al 1610; la stessa veduta indica all’angolo di via Toledo anche una garitta per il posto di guardia dei soldati spagnoli.
Ritroviamo la via col suo nome definitivo sulla pianta Carafa (1775) e sulle successive pianta del Quartiere S.Ferdinando di metà ‘800 e pianta Schiavoni del 1880.
Nell’ambito del progetto prodotto dall’Impresa Alvino Giura nel 1871 per il riordino di piazza Municipio, il Comune realizzò in due fasi il Palazzo della Borghesia, isolato unico tra le vie Santa Brigida, Verdi , San Carlo e Vittorio Emanuele III tra il 1874 ed il 1887 circa.
A seguire, nell’ambito del progetto di Risanamento della città di Napoli di fine 800, l’area compresa tra via Toledo, il Largo del Castello, via S.Brigida e piazza Trieste e Trento fu completamente trasformata cancellando il reticolo viario preesistente, considerato malsano e malfamato e realizzando al suo posto la Galleria Umberto I costruita tra il 1887 e il 1890. In definitiva la galleria inglobò la chiesa di S. Brigida e sostituì tutti i palazzi sul lato destro della strada ad eccezione del Palazzo De Sinno.
Con un progetto quasi contemporaneo negli anni Ottanta dell’Ottocento fu realizzato il nuovo Rione Santa Brigida nella parte sud di piazza Municipio sull’area destinata a giardini dal progetto originario Alvino Giura, mediante la Società Generale Immobiliare di Roma; il rione comprende il prolungamento della via omonima e le nuove strade che si chiameranno via Verdi, via Pisanelli, via Leoncavallo e il prolungamento di via San Carlo. (da Quartieri Spagnoli e Rione Carità di Italo Ferraro ed. OIKOS)
La via che prende il nome dalla omonima chiesa fondata nel 1640 è già rappresentata sulla veduta Baratta del 1629 che riporta anche al n.199 il primo nucleo della futura chiesa, l’Oratorio di Santa Brigida risalente infatti al 1610; la stessa veduta indica all’angolo di via Toledo anche una garitta per il posto di guardia dei soldati spagnoli.
Ritroviamo la via col suo nome definitivo sulla pianta Carafa (1775) e sulle successive pianta del Quartiere S.Ferdinando di metà ‘800 e pianta Schiavoni del 1880.
Nell’ambito del progetto prodotto dall’Impresa Alvino Giura nel 1871 per il riordino di piazza Municipio, il Comune realizzò in due fasi il Palazzo della Borghesia, isolato unico tra le vie Santa Brigida, Verdi , San Carlo e Vittorio Emanuele III tra il 1874 ed il 1887 circa.
A seguire, nell’ambito del progetto di Risanamento della città di Napoli di fine 800, l’area compresa tra via Toledo, il Largo del Castello, via S.Brigida e piazza Trieste e Trento fu completamente trasformata cancellando il reticolo viario preesistente, considerato malsano e malfamato e realizzando al suo posto la Galleria Umberto I costruita tra il 1887 e il 1890. In definitiva la galleria inglobò la chiesa di S. Brigida e sostituì tutti i palazzi sul lato destro della strada ad eccezione del Palazzo De Sinno.
Con un progetto quasi contemporaneo negli anni Ottanta dell’Ottocento fu realizzato il nuovo Rione Santa Brigida nella parte sud di piazza Municipio sull’area destinata a giardini dal progetto originario Alvino Giura, mediante la Società Generale Immobiliare di Roma; il rione comprende il prolungamento della via omonima e le nuove strade che si chiameranno via Verdi, via Pisanelli, via Leoncavallo e il prolungamento di via San Carlo. (da Quartieri Spagnoli e Rione Carità di Italo Ferraro ed. OIKOS)