Fino a tutto il XVI secolo, S. Lucia era una spiaggia con poverissime case di pescatori che verso est (all’altezza dell’attuale via Cesario Console) formava una profonda insenatura chiamata in età angioina Porto dei Provenzali.
La pianta Lafrery-Duperac (1566) foto 1 mostra una doppia fila di casupole, l’antichissima chiesa di S. Lucia risalente al IX secolo che darà il nome alla strada e la profonda insenatura all’altezza del palazzo del Viceré (indicato col numero 48).
A partire dal 1599 e fino al 1620 vari viceré dal Guzman al Borgia attuarono un risanamento edilizio della zona abbattendo case fatiscenti, elevando un muraglione difensivo sulla spiaggia e soprattutto liberando da costruzioni insignificanti il lato mare ripristinandone quindi la vista. Questo rese S. Lucia uno dei siti più ameni della città la cui fama si diffuse tra i visitatori stranieri.
La pianta De Rossi del 1649 foto 2 mostra S. Lucia all’interno delle mura e la visuale libera lato mare.
La pianta Bulifon del 1685 foto 3 mostra il baluardo Santa Lucia (numero 9) e la strada che è diventata un borgo animato quasi completamente edificato sul lato interno.
In effetti per tutto il 700 e l’800 la strada presentava il lato interno con una palazzata continua fatta di abitazioni e alberghi e il lato esterno con un muraglione con discese sui tratti di spiaggia residui. Così viene rappresentata infatti la strada dalla pianta Carafa di Noja del 1775 (foto 4) che indica col n. 462 la Piazza e la Strada s. Lucia e col n. 458 “la strada che porta a S. Lucia” corrispondente a via Cesario Console: a questo punto la sistemazione urbanistica sul lato interno rispecchia grosso modo quella attuale.
Non vi sono variazioni di rilievo nella pianta del quartiere San Ferdinando di metà 800 (foto 5) né nella pianta della città di Napoli foglio 23 del 1863-70 (foto 6) che mostra come la nuova via Partenope si innesta su S. Lucia.
Nel 1883 viene presentato al Comune il progetto per la colmata del tratto di mare prospiciente tutta la strada: ci metteranno quarant’anni ma il progetto sarà realizzato e con la costruzione del nuovo rione Orsini S.Lucia diventa una strada interna perdendo gran parte del suo fascino leggendario. Si crea quindi una nuova situazione sociale che dura tuttora con i nuovi fabbricati di alto standard residenziale sul lato esterno ed il lato interno più popolare compreso il famigerato Pallonetto. (da Rileggere Napoli Nobilissima di R. De Fusco Liguori Editore).
La pianta Lafrery-Duperac (1566) foto 1 mostra una doppia fila di casupole, l’antichissima chiesa di S. Lucia risalente al IX secolo che darà il nome alla strada e la profonda insenatura all’altezza del palazzo del Viceré (indicato col numero 48).
A partire dal 1599 e fino al 1620 vari viceré dal Guzman al Borgia attuarono un risanamento edilizio della zona abbattendo case fatiscenti, elevando un muraglione difensivo sulla spiaggia e soprattutto liberando da costruzioni insignificanti il lato mare ripristinandone quindi la vista. Questo rese S. Lucia uno dei siti più ameni della città la cui fama si diffuse tra i visitatori stranieri.
La pianta De Rossi del 1649 foto 2 mostra S. Lucia all’interno delle mura e la visuale libera lato mare.
La pianta Bulifon del 1685 foto 3 mostra il baluardo Santa Lucia (numero 9) e la strada che è diventata un borgo animato quasi completamente edificato sul lato interno.
In effetti per tutto il 700 e l’800 la strada presentava il lato interno con una palazzata continua fatta di abitazioni e alberghi e il lato esterno con un muraglione con discese sui tratti di spiaggia residui. Così viene rappresentata infatti la strada dalla pianta Carafa di Noja del 1775 (foto 4) che indica col n. 462 la Piazza e la Strada s. Lucia e col n. 458 “la strada che porta a S. Lucia” corrispondente a via Cesario Console: a questo punto la sistemazione urbanistica sul lato interno rispecchia grosso modo quella attuale.
Non vi sono variazioni di rilievo nella pianta del quartiere San Ferdinando di metà 800 (foto 5) né nella pianta della città di Napoli foglio 23 del 1863-70 (foto 6) che mostra come la nuova via Partenope si innesta su S. Lucia.
Nel 1883 viene presentato al Comune il progetto per la colmata del tratto di mare prospiciente tutta la strada: ci metteranno quarant’anni ma il progetto sarà realizzato e con la costruzione del nuovo rione Orsini S.Lucia diventa una strada interna perdendo gran parte del suo fascino leggendario. Si crea quindi una nuova situazione sociale che dura tuttora con i nuovi fabbricati di alto standard residenziale sul lato esterno ed il lato interno più popolare compreso il famigerato Pallonetto. (da Rileggere Napoli Nobilissima di R. De Fusco Liguori Editore).