via Posillipo
Notizie storiche
Il nome Posillipo deriva dal greco antico Pausilypon, che significa pausa dal dolore, termine da mettere in relazione con l’amenità del luogo o più probabilmente con i dettami della scuola epicurea del maestro Sirone risalente all’epoca di Virgilio. I primi insediamenti risalgono quindi all’epoca greco-romana come attestato dai significativi resti riportati alla luce , prima fra tutte la famosa villa di Publio Vedio Pollione nel tratto di costa tra la Gaiola e Trentaremi.
Nel Seicento la costa di Posillipo divenne sede di insediamenti nobiliari, i cosiddetti “casini di delizie” descritti dalle vedute Baratta e Bulifon e da ultimo dalla mappa Carafa. Nel Settecento tali dimore andarono un po’ in disuso e in rovina fino all’apertura della nuova strada voluta da Murat.
Tra il 1812 e il 1815 Gioacchino Murat fece infatti costruire la strada che partendo da Mergellina terminava all’altezza di via Boccaccio comprendendo quindi sia l’attuale via Posillipo che l’attuale via Santo Strato; ne furono progettisti Romualdo de Tommaso e Giuseppe Giordano probabilmente con la collaborazione anche di Pietro Colletta allora generale del Genio e direttore generale dei ponti e strade.
Il proseguimento fino alla spiaggia di Coroglio ai piedi della collina e di fronte a Nisida (l’attuale discesa Coroglio) fu realizzato su progetto dell’ing. Ambrogio Mendia tra il 1820 e il 1830 dal Corpo del Genio dell’esercito austriaco su commissione del re di Napoli Francesco I di Borbone.
La nuova strada che consentiva di raggiungere facilmente da terra le dimore a ovest di Donn’Anna, prima accessibili solo da mare, fece sì che esse venissero riportate agli antichi splendori, divenendo sede oltre che dei nobili locali anche di una folta colonia di stranieri, soprattutto inglesi e francesi, di estrazione nobile ma anche mercantile e intellettuale.
Una conseguenza dell’apertura della nuova strada fu anche di carattere sociologico: lungo la costa si erano insediati i nobili, sui casali in collina una popolazione contadina e marinara, lungo via Posillipo si insediarono con qualche eccezione i ceti della borghesia, degli artigiani e degli addetti ai servizi.
A questo punto la collina di Posillipo perde il suo storico isolamento e diviene una vera e propria propaggine di Napoli. (da Posillipo di R. de Fusco ed Electa Napoli)
Il nome Posillipo deriva dal greco antico Pausilypon, che significa pausa dal dolore, termine da mettere in relazione con l’amenità del luogo o più probabilmente con i dettami della scuola epicurea del maestro Sirone risalente all’epoca di Virgilio. I primi insediamenti risalgono quindi all’epoca greco-romana come attestato dai significativi resti riportati alla luce , prima fra tutte la famosa villa di Publio Vedio Pollione nel tratto di costa tra la Gaiola e Trentaremi.
Nel Seicento la costa di Posillipo divenne sede di insediamenti nobiliari, i cosiddetti “casini di delizie” descritti dalle vedute Baratta e Bulifon e da ultimo dalla mappa Carafa. Nel Settecento tali dimore andarono un po’ in disuso e in rovina fino all’apertura della nuova strada voluta da Murat.
Tra il 1812 e il 1815 Gioacchino Murat fece infatti costruire la strada che partendo da Mergellina terminava all’altezza di via Boccaccio comprendendo quindi sia l’attuale via Posillipo che l’attuale via Santo Strato; ne furono progettisti Romualdo de Tommaso e Giuseppe Giordano probabilmente con la collaborazione anche di Pietro Colletta allora generale del Genio e direttore generale dei ponti e strade.
Il proseguimento fino alla spiaggia di Coroglio ai piedi della collina e di fronte a Nisida (l’attuale discesa Coroglio) fu realizzato su progetto dell’ing. Ambrogio Mendia tra il 1820 e il 1830 dal Corpo del Genio dell’esercito austriaco su commissione del re di Napoli Francesco I di Borbone.
La nuova strada che consentiva di raggiungere facilmente da terra le dimore a ovest di Donn’Anna, prima accessibili solo da mare, fece sì che esse venissero riportate agli antichi splendori, divenendo sede oltre che dei nobili locali anche di una folta colonia di stranieri, soprattutto inglesi e francesi, di estrazione nobile ma anche mercantile e intellettuale.
Una conseguenza dell’apertura della nuova strada fu anche di carattere sociologico: lungo la costa si erano insediati i nobili, sui casali in collina una popolazione contadina e marinara, lungo via Posillipo si insediarono con qualche eccezione i ceti della borghesia, degli artigiani e degli addetti ai servizi.
A questo punto la collina di Posillipo perde il suo storico isolamento e diviene una vera e propria propaggine di Napoli. (da Posillipo di R. de Fusco ed Electa Napoli)