Strada nata probabilmente per collegare più direttamente la parte alta di via Tasso e quindi il Vomero con la zona di Mergellina attraverso un innesto sull’allora corso Maria Teresa (oggi corso Vittorio Emanuele) e ovviamente per sfruttare dal punto di vista commerciale i suoli di quella parte della collina vomerese.
In definitiva se si considera che via Tasso fu completata nel 1878 e che il primo troncone del corso Maria Teresa (quello compreso tra Piedigrotta e il convento di suor Orsola) era stato già inaugurato nel 1860, si può ipotizzare che il viale Maria Cristina sia stato aperto negli ultimi decenni del secolo e che si volesse probabilmente anche istituire un collegamento con la stazione della ferrovia Cumana del corso Vittorio Emanuele, ferrovia che infatti era stata inaugurata nel 1889.
Dal punto di vista toponomastico il nome dato alla strada metteva d’accordo la vecchia e la nuova dinastia regnante perché Maria Cristina, oltre ad essere una Savoia figlia del re di Sardegna Vittorio Emanuele I, era stata moglie del re delle due Sicilie Ferdinando II di Borbone ed era inoltre un nome gradito agli ambienti clericali perché la regina era morta giovane in odore di santità (ed è stata recentemente beatificata).
L’edilizia della strada rispecchia temporalmente e architettonicamente lo sviluppo di via Tasso con fabbricati di grossa volumetria e stile neorinascimentale o umbertino nella parte a ridosso di via Tasso, databili negli ultimi decenni dell’Ottocento o inizio Novecento, e palazzine di gusto eclettico o liberty nella parte inferiore. Non manca qualche fabbricato in c.a. del secondo Dopoguerra e qualche grosso fabbricato eclettico probabilmente degli anni Trenta come analoghi esempi della parte alta di via Tasso.
Dal punto di vista urbanistico si tentò di costruire sempre dal lato monte (e quindi sul lato destro scendendo) per lasciare libera la visuale al panorama verso il mare, scelta contraddetta in qualche caso sporadico come per la clinica Ruesch che sorge però isolata su un ampio slargo e per il civico 44 e un altro paio di fabbricati (peraltro di scarso pregio) sorti nel dopoguerra sul lato sinistro della parte alta.
In definitiva se si considera che via Tasso fu completata nel 1878 e che il primo troncone del corso Maria Teresa (quello compreso tra Piedigrotta e il convento di suor Orsola) era stato già inaugurato nel 1860, si può ipotizzare che il viale Maria Cristina sia stato aperto negli ultimi decenni del secolo e che si volesse probabilmente anche istituire un collegamento con la stazione della ferrovia Cumana del corso Vittorio Emanuele, ferrovia che infatti era stata inaugurata nel 1889.
Dal punto di vista toponomastico il nome dato alla strada metteva d’accordo la vecchia e la nuova dinastia regnante perché Maria Cristina, oltre ad essere una Savoia figlia del re di Sardegna Vittorio Emanuele I, era stata moglie del re delle due Sicilie Ferdinando II di Borbone ed era inoltre un nome gradito agli ambienti clericali perché la regina era morta giovane in odore di santità (ed è stata recentemente beatificata).
L’edilizia della strada rispecchia temporalmente e architettonicamente lo sviluppo di via Tasso con fabbricati di grossa volumetria e stile neorinascimentale o umbertino nella parte a ridosso di via Tasso, databili negli ultimi decenni dell’Ottocento o inizio Novecento, e palazzine di gusto eclettico o liberty nella parte inferiore. Non manca qualche fabbricato in c.a. del secondo Dopoguerra e qualche grosso fabbricato eclettico probabilmente degli anni Trenta come analoghi esempi della parte alta di via Tasso.
Dal punto di vista urbanistico si tentò di costruire sempre dal lato monte (e quindi sul lato destro scendendo) per lasciare libera la visuale al panorama verso il mare, scelta contraddetta in qualche caso sporadico come per la clinica Ruesch che sorge però isolata su un ampio slargo e per il civico 44 e un altro paio di fabbricati (peraltro di scarso pregio) sorti nel dopoguerra sul lato sinistro della parte alta.