villa Belvedere
Venne commissionata da un mercante fiammingo Ferdinando Vandeneynden a Bonaventura Presti un monaco certosino divenuto una specie di ingegnere del cardinale Ascanio Filomarino e l’impianto originario venne realizzato tra il 1671-73. La figlia Elisabetta nel 1717 ereditò il palazzo che diventò Carafa di Belvedere dopo il matrimonio con Carlo Carafa quarto principe del Belvedere. Il palazzo assunse nel 1730 le caratteristiche di villa adeguate al rango dei principi di Belvedere. Sul finire del secolo la villa venne ancora ampliata e abbellita per ospitare la regina Maria Carolina d’Austria moglie di Ferdinando IV di Borbone (incinta per la diciassettesima volta) e fu sistemato tra l’altro l’ingresso sulla via del Vomero con un’elegante esedra in tufo tuttora visibile. Con la morte dell’ultimo principe di Carafa Marino, tra l’altro sindaco di Napoli nel 1813 sotto Murat, per la villa comincia la decadenza e soprattutto l’immenso parco subisce uno smembramento: Villa Belvedere diventa un condominio. Buona parte del primo piano che conserva l’aspetto dell’antica residenza dei Carafa viene data a partire dagli anni 80 in locazione a una società che ne ha fatto il Cenacolo Belvedere, un complesso per cerimonie e congressi.(da YC-LC)
Nella mappa del Duca di Noja (1775) la villa è indicata come “Palazzo e villa de’ Carafa detti Belvedere” (vedi galleria immagini).
Quello che resta della villa è abbastanza eterogeneo per definirne lo stile che comunque ricorda un tardo barocco: elemento distintivo è una bella altana che domina il complesso.